Il Municipio esclude riaperture brevi o interventi «palliativi». Senza la variante di Pr si va verso «la chiusura definitiva del comparto»
CARONA - Come noto, la piscina di Carona non riaprirà durante la prossima stagione estiva. Troppo elevati i costi di gestione, aveva indicato il Municipio di Lugano lo scorso mese di ottobre. E oggi possiamo conoscere le cifre esatte. Per un'eventuale apertura, si può leggere nella risposta dell'esecutivo a un'interrogazione di Edoardo Cappelletti, si quantificano «interventi urgenti a livello di impiantistica superiori ai 250'000 franchi ai quali vanno aggiunti gli oneri di gestione per le spese del personale che ammontano a 245'000 franchi». Arrotondando per eccesso, e nemmeno di troppo, mezzo milione di franchi.
La chiusura è quindi definitiva? Occorre procedere con ordine. «L'esito delle opposizioni interposte contro la variante di Piano regolatore di fatto blocca lo sviluppo progettato e concordato del comparto così come la messa in opera dei crediti di progettazione votati del Consiglio Comunale». Se l'impasse dovesse sbloccarsi e consentire lo sviluppo del comparto in tempi ragionevoli, «si potrebbe ipotizzare una riapertura, con una durata dei lavori previsti nell'arco di un biennio, per il periodo 2027-2028», indicano da Palazzo Civico, escludendo poi la possibilità di garantire l'accesso alla struttura nonostante gli interventi previsti. «L'interesse pubblico va soppesato da un lato alla realtà dei fatti e dall'altro alla necessità di elevati investimenti straordinari ingiustificati e ingiustificabili». Si sta parlando di «interventi puramente palliativi» stimati in mezzo milione di franchi che non sarebbero recuperabili successivamente per la realizzazione dei nuovi impianti.
La strategia perseguita dal Municipio, è noto, prevede il rilancio dell'intero comparto, in collaborazione con il progetto Glamping del TCS, con un investimento pari a 10.5 milioni di franchi.
Anche un'eventuale apertura breve, nei soli mesi di luglio e agosto - come ipotizzata nell'interrogazione di Cappelletti - non trova posto sul tavolo, perché «i costi di gestione e manutenzione di fatto non cambierebbero». Infatti, spiega l'esecutivo luganese, la fase di preparazione all'apertura annuale di giugno, vista l'ampia dimensione del comparto, «inizia con il mese di marzo e si protrae fino a fine maggio: taglio dell'erba e delle siepi, pulizia e verifica della zona bosco, verniciatura e riempimento delle vasche, controlli all'impiantistica e altri piccoli lavori di manutenzione. Nel corso dei mesi di settembre e ottobre si svolgono lavori di messa fuori servizio dell'impiantistica, la pulizia e messa in sicurezza per l'inverno dell'intera struttura, il taglio dell'erba e altri lavori di ordinaria manutenzione. Non avrebbe di conseguenza alcun senso aprire la piscina per due mesi all'anno». E, per questioni di sicurezza, niente da fare anche in merito alla possibilità di garantire l'accesso solamente agli spazi verdi. «All'interno del sedime, nei mesi di chiusura della piscina, vi è la vasca centrale di 50 metri per il nuoto, il trampolino dei 10 metri e tutta una serie di struttura che, se non custodite e messe in sicurezza, rischiano di comportare gravi danni agli utenti».
E se l'impasse non si sblocca? «Si deve ipotizzare la chiusura definitiva dell'intero comparto»
E se la variante di Piano regolatore, attualmente congelata dalle opposizioni, non dovesse diventare realtà? A quel punto per la struttura potrebbero davvero scorrere i titoli di coda. «Il Municipio e il Consiglio Comunale hanno intrapreso da tempo i passi necessari per assicurare l'apertura e l'attrattiva della piscina di Carona e la variante di Piano regolatore è uno dei due tasselli fondamentali» e «sono stati spesi anni di lavoro, investimenti pubblici per il concorso di architettura e che la realizzazione dell’opera è prevista a Piano degli investimenti. Nella logica di definire le priorità finanziarie dei prossimi anni, si deve giocoforza ipotizzare una chiusura definitiva dell'intero comparto».