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«I Fratelli Musulmani non sono fuorilegge in Svizzera»

Il Consiglio di Stato risponde all’interrogazione di Tiziano Galeazzi e cofirmatari sul finanziamento della comunità islamica da parte del Qatar
TiPress - foto d'archivio
«I Fratelli Musulmani non sono fuorilegge in Svizzera»
Il Consiglio di Stato risponde all’interrogazione di Tiziano Galeazzi e cofirmatari sul finanziamento della comunità islamica da parte del Qatar
BELLINZONA - La Comunità islamica del Ticino ha ricevuto soldi, nello specifico 1,7 milioni di franchi, dal Qatar. È quanto emerso dal libro “Qatar Papers”, pubblicato negli scorsi mesi in Francia. Rivelazioni che hanno susc...

BELLINZONA - La Comunità islamica del Ticino ha ricevuto soldi, nello specifico 1,7 milioni di franchi, dal Qatar. È quanto emerso dal libro “Qatar Papers”, pubblicato negli scorsi mesi in Francia. Rivelazioni che hanno suscitato polemiche e domande nel nostro cantone, fino all’interrogazione presentata da Tiziano Galeazzi e cofirmatari con la preoccupazione che il Qatar «è risaputamente molto vicino al movimento dei Fratelli Musulmani».

Libertà di credo - Un’interrogazione a cui ha risposto ieri il Consiglio di Stato, con una lunga premessa. «Ricordiamo che il tema è principalmente di competenza federale», scrive il Governo, e che «la libertà di credo e coscienza è garantita dalla Costituzione federale e dalla Costituzione cantonale», un diritto fondamentale che «vale per tutti i cittadini in egual modo, indipendentemente dalla loro religione». 

«Non sono fuorilegge» - Prima di rispondere alle domande viene inoltre precisato che «ad oggi in Svizzera il movimento dei Fratelli Musulmani non è considerato quale movimento terroristico illegale, non è tra le entità che possono essere oggetto di osservazione da parte del Servizio delle attività informative della Confederazione (SIC)» e «seppur rappresentino una delle più importanti organizzazioni islamiste e il loro approccio politico all’islam risulti spesso molto radicale, non è sufficiente per ritenerli fuorilegge».

Protezione dei dati - Il Governo non può né confermare né negare che i fondatori della Comunità islamica erano membri del movimento fondamentalista Fratelli Musulmani, perché «non è lecito né tantomeno opportuno che il Consiglio di Stato raccolga informazioni al fine di associare taluni soggetti/organizzazioni ai Fratelli Musulmani», anche in armonia con le norme sulla «protezione della personalità e dei dati».

Essere radicali «non è illecito» - Al Governo era stato chiesto «in che modo monitorizza e previene per evitare che ideologie radicali si espandano e si scontrino con le nostre leggi e la nostra Costituzione». A tal proposito viene precisato che «in Svizzera essere un musulmano radicale non è considerato illecito» e «in assenza di attività che istigano alla violenza, non vi sono le basi legali per agire». Il Cantone si è comunque dotato di un dispositivo di prevenzione della radicalizzazione e dell’estremismo violento e i preposti servizi della polizia cantonale sono in contatto con le autorità federali.

I finanziamenti provenienti dal Qatar e destinati alla Comunità islamica in Ticino, quindi, «non costituiscono reato fintanto che avvengono in maniera trasparente e non violano normative svizzere» e «non possono essere oggetto di accertamenti».

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