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Gobbi: «I bar potranno chiudere alle due di notte»

Novità in arrivo per il settore della ristorazione. L’obiettivo: «Semplicità e chiarezza»
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Gobbi: «I bar potranno chiudere alle due di notte»
Novità in arrivo per il settore della ristorazione. L’obiettivo: «Semplicità e chiarezza»

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BELLINZONA - «Proporremo di portare gli orari di chiusura degli esercizi pubblici alle due di notte». Così il consigliere di Stato Norman Gobbi, direttore del Dipartimento delle istituzioni, ci parla di una delle pri...

BELLINZONA - «Proporremo di portare gli orari di chiusura degli esercizi pubblici alle due di notte». Così il consigliere di Stato Norman Gobbi, direttore del Dipartimento delle istituzioni, ci parla di una delle principali novità in vista per il settore alberghiero e della ristorazione, che saranno oggetto di una proposta di revisione della relativa legge cantonale. «Si tratta di cambiamenti necessari per stare al passo coi tempi».

La parola d’ordine è «semplificazione». Sì, perché «quello della ristorazione è un settore economico sotto pressione - continua Gobbi - da una parte per la concorrenza transfrontaliera, dall’altra per le modalità di consumo». Le regole saranno dunque più chiare e semplici, anche per quanto riguarda i take away e i “food truck” notturni: «Sono offerte che piacciono e che evidentemente vanno a completare le necessità di chi frequenta i locali notturni».

Per quanto riguarda gli orari d’apertura, il Gruppo di lavoro che era stato incaricato di presentare le misure per lo sviluppo del settore ha tenuto conto  delle osservazioni negative espresse da attori pubblici e privati sull’iniziativa “Ticino 3.0, bar aperti fino alle 3”. È per questo motivo che il Dipartimento delle istituzioni ora parla delle due di notte: una proposta che si situa tra la situazione attuale e quella richiesta dall’iniziativa.

Nella revisione si parlerà anche di permessi speciali nell’ambito di manifestazioni, la cui validità sarà portata da quindici giorni a tre mesi. «D’altronde l’estate (la stagione degli eventi, ndr) dura tre mesi. Si tratta di diminuire gli oneri amministrativi» conclude Gobbi.

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