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CANTONE«Non è la terrorista perfetta, ma è pur sempre una terrorista»

02.09.22 - 11:54
L'accusa respinge la tesi della difesa secondo la quale l'accoltellatrice della Manor sarebbe «solo una pazza».
Tipress
«Non è la terrorista perfetta, ma è pur sempre una terrorista»
L'accusa respinge la tesi della difesa secondo la quale l'accoltellatrice della Manor sarebbe «solo una pazza».
La 29enne ha infine preso parola recitando la prima sura del Corano, ringraziando tutti e concludendo con un: «Tutto sta nella vostra decisione».

LUGANO - «Non rispetterà il manuale del terrorista perfetto presentato dalla difesa», l'accoltellatrice della Manor, «ma ha agito ispirandosi a un'ideologia estremista, perciò va considerata una terrorista». Risponde così, all'arringa difensiva tenuta ieri dagli avvocati Daniele Iuliucci e Simone Creazzo, la procuratrice federale Elisabetta Tizzoni.

La difesa, continua Tizzoni, «ha spiegato quello che l'imputata avrebbe dovuto fare per essere considerata una terrorista vera, che rispetta i precetti dell'Islam, non mangia carne di maiale, non fa shopping prima dell'attacco, controlla la presenza di telecamere alla Manor prima di sferrare l'attacco e agisce solo in presenza di molte persone. Ma, spiega la procuratrice, «qui non si parla di una terrorista perfetta, ma piuttosto di una radicalizzata che ha fatto quello che era in grado di fare, soffrendo di gravi turbe psichiche».

«Nessun errore da Cantone e Confederazione» - «Secondo quanto raccontato dalla difesa sembrerebbe poi che le autorità federali e cantonali abbiano fatto un processo di intenzioni, arrivando a conclusioni affrettate», continua l'accusa. «Certo, il consigliere di Stato Norman Gobbi ha indetto una conferenza stampa la sera stessa per dare delle spiegazioni e tranquillizzare i cittadini. Ma va sottolineato che né la Polizia cantonale né la Polizia federale si diverte a organizzare questi interventi senza validi motivi».

«I giuristi non facciano gli psichiatri» - Per quanto riguarda la media scemata imputabilità stabilita da entrambi i periti psichiatrici, e contestata dalla difesa nell'arringa, Tizzoni ricorda che per pronunciarsi in tal senso non basta consultare i manuali utilizzati nella disciplina, e che i giuristi non possono sostituirsi agli psichiatri, forzando una diagnosi di schizofrenia e un'alta scemata imputabilità. «Il dottor Mattia», ribatte però la difesa, «aveva diagnosticato la schizofrenia. Era lo psichiatra della 29enne e ha visto la Signora decine di volte. Il suo parere avrebbe dovuto contare maggiormente».

Testimonianze messe in dubbio - Fermamente respinta, poi, la tesi presentata dalla difesa secondo la quale la frase "Allahu Akbar" non sia probabilmente mai stata pronunciata dalla 29enne e che la vittima principale, che ha testimoniato in questo senso solo una volta dimessa dall'ospedale, abbia parlato in base a un falso ricordo, investita dalla risonanza mediatica del caso. «In un lasso di tempo così breve mal si comprende come la vittima abbia potuto subire l'influenza dei media e delle persone a lei vicine».

«Non è il Bataclan, ma resta un attentato» - Tizzoni considera poi scorretto confrontare un attentato terroristico come quello sferrato al Bataclan con quello di Lugano. «La procura federale è perfettamente consapevole che si tratta di un altro tipo di attacco terroristico, perpetrato da una sola persona e che ha fatto decisamente meno danni, ma pur sempre di attentato terroristico si tratta». 

È dibattito sulle chat - «Il fatto che la 29enne non parlasse realmente con dei terroristi non toglie il fatto che lei fosse convinta di comunicare con dei combattenti jihadisti, il che l'ha portata a radicalizzarsi», continua poi l'accusa. «Queste conversazioni sono solo nella testa dell'imputata e visto che non ha avuto contatti dimostrabili con un terrorista dell'Isis bisogna accettare che non è una terrorista», risponde però la difesa, che ha insistito: «Alla 29enne non gliene frega nulla dello Stato islamico. È una persona malata».

Un'esperienza personale - «Io stesso ho in famiglia una persona con queste problematiche», ha concluso Iuliucci, «e non lo auguro a nessuno. Queste persone si convincono di qualsiasi cosa, ma ciò non vuol dire che queste convinzioni siano reali. Sono delle fantasie».

Si conclude sulle note del Corano - L'imputata, a cui è infine stata data la parola, ha recitato ad alta voce la prima sura del Corano, che nell'Islam guida i fedeli verso il bene. «Nel nome di Dio misericordioso, lode a Dio signore dei mondi, clemente e misericordioso, sovrano nel giorno della retribuzione. A te lodiamo, a te invochiamo. Guidaci sulla retta via, la via della benevolenza. Non di quelli che sono incorsi nella tua ira, né degli sviati». La giovane ha poi ringraziato tutti «per questi giorni passati», aggiungendo «mi spiace che sia dovuto durare cosi a lungo, ma tutto sta nella vostra decisione». 

La sentenza è attesa per il 19 settembre.

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