Obv, con l'inchiesta cade una prima testa

Sul caso dell'infermiere sospettato di 17 morti, l'Eoc ha tagliato un collaboratore per uso improprio delle chat
MENDRISIO - C'è già un primo licenziamento nell'ambito dell’inchiesta amministrativa aperta dall’Ente ospedaliero cantonale (Eoc) per far luce sui fatti accaduti nel reparto di Medicina 1 dell’ospedale regionale della Beata Vergine di Mendrisio.
Il taglio di un collaboratore - riferisce oggi la Regione - sarebbe stato deciso per l’uso, se non improprio, quantomeno disinvolto delle reti sociali. Cosa, questa, che sarebbe accaduta anche tra altri collaboratori, o almeno è ciò su cui si sta concentrando una parte delle indagini.
I professionisti della sanità, a contatto quotidiano con dei malati, avrebbero infatti utilizzato le chat per scambiarsi e diffondere foto e video dei pazienti a loro insaputa. Abitudine, questa, che ha riguardato ad esempio l’infermiere 45enne indagato dalla Procura per la morte sospetta di 17 degenti, malati terminali.
I fatti avrebbero avuto luogo in un periodo che va dal 2014 alla fine del 2018. Le indagini della magistratura proseguono, dunque, mentre l’operatore sanitario indagato è stato rimesso in libertà lo scorso agosto, dopo quasi nove mesi di carcere. L’Obv, intanto, ha fatto recapitare all’organico in forze alla struttura delle informative specifiche su come comportarsi con i media sociali.




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