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MENDRISIO

Foto e video dei pazienti condivise nella chat con i colleghi

Una quindicina di scatti e l'ombra di possibili complici dell'ex infermiere. Nel cellulare anche l’immagine di un paziente appena deceduto
Tipress (archivio)
Il 44enne si trova in carcere dallo scorso dicembre.
Foto e video dei pazienti condivise nella chat con i colleghi
Una quindicina di scatti e l'ombra di possibili complici dell'ex infermiere. Nel cellulare anche l’immagine di un paziente appena deceduto
MENDRISIO - Emergono nuovi ed inquietanti particolari dall’inchiesta sull’ex infermiere dell’ospedale Beata Vergine di Mendrisio, in carcere dallo scorso 5 dicembre per una lunga lista di presunti reati, fra i quali maltrattamenti e...

MENDRISIO - Emergono nuovi ed inquietanti particolari dall’inchiesta sull’ex infermiere dell’ospedale Beata Vergine di Mendrisio, in carcere dallo scorso 5 dicembre per una lunga lista di presunti reati, fra i quali maltrattamenti e omicidio.

Il 44enne - riferisce oggi il Caffè - avrebbe infatti condiviso  fotografie e video con alcuni colleghi e, forse, anche ex colleghi. Gli scatti - secondo quanto ricordato da alcuni dei protagonisti - sarebbero una quindicina, in parte condivisi all’interno di una chat.

All’interno del cellulare dell’ex infermiere, gli inquirenti hanno inoltre ritrovato una fotografia scattata al monitor di un computer all’interno dell’ospedale, che ritrae una finestra del sistema di archiviazione che raccoglie cartelle cliniche ed immagini conservate per ragioni medico-scientifiche. L’immagine in questione - che al momento non è chiaro se sia stata immortalata dal 44enne o da un’altra persona - mostra un utero fuoriuscito.

Passione per l’esoterismo - È stata recuperata anche la foto di un paziente scattata negli istanti immediatamente successivi al decesso. Uno scatto, avrebbe spiegato l’ex impiegato dell’ospedale, “dettato” da una personale passione per l’esoterismo. Quest'ultimo aspetto, ricorda il domenicale, troverebbe conferma anche nella tavola Ouija - strumento utilizzato per le comunicazione medianiche con i defunti - sequestrata dalla polizia all’inizio dell’inchiesta.

La serie di dettagli rende di certo ancora più inquietante la vicenda. A preoccupare gli inquirenti è però soprattutto la condivisione degli scatti attraverso il gruppo WhatsApp e, di conseguenza, l’esistenza di possibili complici tra i colleghi dell’ex infermiere.

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