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VERGELETTOC’è un’attività allo sbando dietro a quella gamba trovata nel bosco?

02.09.16 - 20:41
Bracciante morto in valle Onsernone: lavorava, in nero, su un’alpe. «Lì c’è una situazione disgraziata», dice la gente della zona. E intanto l’Unione Contadini Ticinesi prende le distanze
Ti-Press
C’è un’attività allo sbando dietro a quella gamba trovata nel bosco?
Bracciante morto in valle Onsernone: lavorava, in nero, su un’alpe. «Lì c’è una situazione disgraziata», dice la gente della zona. E intanto l’Unione Contadini Ticinesi prende le distanze

VERGELETTO - È sparito nel nulla in una notte di luglio ed è finito in pasto alle bestie selvatiche. Macabra fine per un bracciante macedone di 57 anni nei boschi di Vergeletto, in valle Onsernone. Alcuni suoi resti erano stati ritrovati, casualmente, in zona Cave da un’escursionista lo scorso 9 agosto. Da lì era stata avviata un’inchiesta, e grazie alle analisi del DNA, e alla denuncia di scomparsa fatta dalla moglie dell’uomo dai Balcani, si è riusciti a risalire al suo identikit. Quello di un uomo che lavorava in nero su un’alpe della regione, un luogo in cui da qualche tempo ci sarebbe più di un problema.

Mille interrogativi - Giallo chiuso? Solo in parte. Gli inquirenti, coordinati dal procuratore pubblico Moreno Capella, escludono l’ipotesi dell’omicidio. Ma perché nessuno dall’alpe in cui l’operaio lavorava ne ha denunciato la scomparsa? L’uomo, quella sera di luglio, aveva cenato in un ristorante di Vergeletto prima di rimettersi in marcia, a piedi, verso l’alpe. La notte lo aveva inghiottito. Perché nessuno, in Ticino e nella zona, ha lanciato l’allarme?

Situazione nota - L’alpe in questione da oltre dieci anni sarebbe gestita dalla stessa famiglia. Ma le cose, da tempo, non andrebbero più bene. «Lassù c’è una situazione disgraziata ormai da diversi anni», si sussurra nel villaggio onsernonese. E l’ipotesi che qualcuno potesse lavorare in nero in quella precisa azienda sembra non sorprendere.

Patriziato - Il fondo è di proprietà del patriziato. «Ma noi – sostiene il presidente Tarcisio Terribilini – ci limitiamo ad affittarlo. Poi è il Cantone che regola il resto. Avevo sentito dire che c’era stato qualche disagio nel recente passato. Però penso sia prematuro tirare delle conclusioni. Aspettiamo l’esito delle indagini».

La presa di posizione degli agricoltori - «È una storia molto triste – evidenzia Sem Genini, segretario dell’Unione Contadini Ticinesi –. In questo momento vorrei innanzitutto porgere le condoglianze alla famiglia dell’operaio. Questa morte è veramente terribile. E poi vorrei distanziarmi da quelle aziende agricole che fanno lavorare braccianti in nero. È qualcosa che lede la nostra credibilità, stiamo facendo tanti sforzi per migliorare il settore dell’agricoltura. Mi sento di dire, senza ombra di dubbio, che la maggior parte delle aziende rispetta le regole».

 


 

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