Da Capriasca a Morbio Inferiore, diversi casi segnalati alla Spab
LUGANO - Non solo nelle città del Sud Italia. La piaga dei cani randagi, che affligge diversi paesi del Mediterraneo, ha una propaggine anche in Ticino: quattro i casi segnalati nel Sopraceneri negli ultimi tre mesi, «il fenomeno desta preoccupazione pur avendo proporzioni contenute alle nostre latitudini» avverte la Società di protezione animali del Bellinzonese (Spab). Si tratta «quasi sempre» di animali provenienti dall'Italia, dove «in genere hanno maturato un'abitudine incorreggibile al randagismo» spiega il presidente Emanuele Besomi: «Vengono importati più o meno legalmente in Svizzera da proprietari spesso inconsapevoli del rischio che una volta qui gli animali si diano alla macchia». Settimana scorsa un Border Collie adulto è stato catturato a Capriasca dopo una "latitanza" di 1 mese e mezzo; casi analoghi di recente si sono registrati a Capolago (2 mesi), Preonzo (4 mesi), San Pietro di Stabio e Morbio Inferiore (ricerche tuttora in corso).
Vagabondi in Ticino - La dinamica è sempre la stessa. I randagi vengono dati in affido (ma anche venduti) in Ticino da presunte associazioni benefiche con sede in Campania, Puglia o Sicilia, che raggiungono i potenziali acquirenti tramite Facebook: la consegna avviene oltre confine, «in genere in autogrill o presso canili del Milanese a cui queste associazioni si appoggiano» continua Besomi. Una volta giunti in Ticino, dopo poco tempo i cani scappano e (quando va bene) si ritrovano dopo mesi.
Lo scambio in autostrada - Il caso di Marina* è emblematico. «Ho acquistato un meticcio da un'associazione in Campania, pagandolo 120 euro: lo "scambio" è avvenuto vicino a Milano» racconta. «È stato terribile, era stipato in un furgone assieme ad altri 60 animali in condizioni pietose. Pensare che avevano fatto così un viaggio di centinaia di chilometri...». Appena un giorno dopo aver oltrepassato il confine, il cane è scappato: da quattro mesi non se ne sa più nulla: gli avvistamenti nel Mendrisiotto sono stati diversi.
Ritrovato dopo un mese e mezzo - Una coppia di Capriasca, invece, settimana scorsa ha ritrovato dopo un mese e mezzo di ricerche un Border Collie di sette anni, adottato tramite un'altra associazione (pugliese, questa volta) che si occupa di cani randagi. «Eravamo convinti che fosse addomesticabile, siamo stati informati male da parte italiana» spiega l'ex proprietario: ora l'animale, aggiunge, «è stato consegnato a una pensione per randagi in Italia».
«Casi sporadici» - Il problema, spiegano dalla Spab, sono «i danni che il cane randagio può avere provocato a cose o a terzi nel frattempo: si tratta, ricordiamo, di animali non abituati al contatto umano e che magari non mangiano per giorni». Dal canto suo il veterinario cantonale Tullio Vanzetti sdrammatizza: «Si tratta di episodi sporadici» rassicura. Gli aspiranti proprietari di cani trovatelli (e i loro vicini di casa) ad ogni modo sono avvisati.
* nome noto alla redazione