In memoria di Paolo e di Sven


A un anno dalle catastrofi in Mesolcina e Vallemaggia, due persone non sono mai state ritrovate. Il ricordo dei famigliari.
A un anno dalle catastrofi in Mesolcina e Vallemaggia, due persone non sono mai state ritrovate. Il ricordo dei famigliari.
MESOLCINA/ VALLEMAGGIA - 21 giugno - 30 giugno 2024. Due date che hanno sconvolto per sempre la vita della Mesolcina e della Vallemaggia. Così come le vite di tante famiglie. Undici in totale le vittime delle due catastrofi meteorologiche. Due persone non sono mai state ritrovate. Paolo Butz, a Sorte (frazione di Lostallo), e Sven Dalessi, in Lavizzara. Un uomo di 57 anni e un ragazzo di 22.
«Riservato e gentile» – «Mio papà – spiega Alessia, figlia di Paolo Butz – era una persona abbastanza riservata. Ma molto gentile e sempre disponibile ad aiutare il prossimo. Sul lavoro in ufficio si impegnava tanto e si faceva sempre in quattro. Gli piacevano la natura e gli animali, inoltre amava la musica e collezionava CD e vinili, in particolare gli piacevano i Clash».

Le passeggiate con Frida – Il ricordo di Alessia prosegue così. «Era molto affezionato a Frida, il nostro cane. Spesso insieme a nostra madre la portava un po' ovunque per fare passeggiate. La prendeva con sé anche in vacanza. Papà aveva anche una grande passione per il Milan».
Gratitudine – La famiglia Butz si era trasferita dal Bellinzonese a Sorte da pochi mesi. Proprio perché attratta dalla bellezza e dalla quiete del luogo. Una beffa del destino. Alessia, che quella sera ha perso anche la mamma Laura, guarda oltre. «Vorrei rivolgere un pensiero e un ringraziamento a tutti coloro che si sono prodigati nel cercare i miei genitori. Parlo ovviamente anche a nome di mio fratello Gianluca».

Il giardinaggio e i cavalli – Dalla Mesolcina alla Vallemaggia la commozione resta tanta. Aline Dalessi, sorella di Sven, si fa portavoce della famiglia. E ricorda così il fratello scomparso. «Faceva il giardiniere a Losone. Aveva il brevetto per cavalcare e faceva "salto a ostacoli" con la sua cavalla Alina. Aveva una bassottina di nome Ellie che era la sua ombra. Oltre alla cavalla aveva anche due puledri nati da quest’ultima: il più giovane è nato proprio poco prima della sua scomparsa. Sven era entusiasta di poterlo allevare in prima persona come prossimo cavallo da salto. L’abbiamo chiamato Disven in suo onore. Lui non ha fatto in tempo a dargli un nome».

«Una finezza sbalorditiva» – Emerge il ritratto di un ragazzo pieno di energia. «Amava la montagna e appena poteva andava a camminare. Era un mezzo camoscio. Nessuno riusciva a tenere il suo ritmo. Adorava la fotografia ed era veramente bravo soprattutto con i paesaggi. Sven era un tipo tranquillo, di quelli che vedi alle feste e che sono sempre felici. Aveva un sorriso contagioso, la battuta sempre pronta. La sua era una finezza sbalorditiva: non capivi nemmeno che ti stava prendendo in giro e ridevi poi il doppio quando ci arrivavi».

I valori dell'amicizia e della famiglia – Sven, stando ai famigliari, era la classica persona che voleva pochi amici ma buoni. Uno che credeva nell'amicizia con la A maiuscola. «Era molto legato a noi – dice la sorella –. La famiglia per lui era importante. Io ho un altro fratello, Sven era il più piccolo di noi tre. Lascia anche due nipotini, Taiger nato a dicembre 2023 e Aurora nata ad aprile 2025». L'ultimo pensiero è rivolto a chi in tutti questi mesi si è messo a disposizione per cercare Sven. «A queste persone va un grande grazie da parte di tutta la nostra famiglia».
La tragica serata mesolcinese
Venerdì 21 giugno 2024. Un nubifragio si abbatte sulla Mesolcina. È una serata da incubo con il fiume Moesa e i vari riali che esplodono letteralmente. Particolarmente colpita la località di Lostallo dove la zona dei grotti viene stravolta e tre colate distinte mettono in ginocchio una parte della frazione di Sorte. È qui che vivono da pochi mesi Paolo e Laura Butz. I loro due figli quella sera si trovano fuori casa e si salvano. Nulla da fare invece per la coppia. Nel disastro morirà anche una terza persona, un uomo di 83 anni molto noto nella regione. Una donna invece viene miracolosamente estratta viva dalle macerie il giorno dopo. Quella stessa sera cederà anche un pezzo dell'autostrada A13, poi ripristinato dopo alcune settimane in tempi record.
L'infinita notte di Bavona e Lavizzara
Il secondo dramma si sviluppa nella notte tra il 29 e il 30 giugno 2024 in Alta Vallemaggia. In particolare nelle prime ore della domenica. Una vera furia si scatena a cavallo tra Lavizzara e Bavona. In pochi attimi la situazione precipita. In Valle Bavona moriranno ben cinque persone nella zona di Fontana. A Prato Sornico una coppia viene travolta e uccisa dalle acque, mentre la pista di ghiaccio, ritrovo vitale della regione, viene sventrata e distrutta. Al Piano di Peccia scendono frane da ogni parte. Duecento persone che si trovavano a una festa campestre resteranno isolate a lungo e saranno evacuate solo nel tardo pomeriggio di domenica in elicottero. Proprio in Lavizzara quella notte si perdono le tracce di Sven Dalessi. Nel frattempo crolla il ponte di Visletto, a Cevio. Saltano corrente elettrica e telefonia. L'intera Alta Vallemaggia è isolata per ore e ore.



