Quelle donne velate (ma non multate) a spasso per Lugano
Una petizione di Giorgio Ghiringhelli diretta al Municipio della città: «Paradossale».
LUGANO - Una petizione inviata al Municipio di Lugano chiede un'applicazione più rigorosa del divieto di dissimulazione del volto nei luoghi pubblici, in vigore in Ticino dal 2016 e a livello federale dal gennaio 2025.
Il promotore Giorgio Ghiringhelli, già autore delle iniziative popolari cantonali e federali sul tema, denuncia che a Lugano «non è raro vedere delle donne musulmane – probabilmente turiste – che circolano impunemente con il volto coperto».
La richiesta è rivolta sia alla polizia comunale, invitata a «far rispettare con maggior solerzia il divieto costituzionale», sia agli albergatori, che secondo Ghiringhelli dovrebbero «informare del divieto al momento della riservazione della camera».
Il testo solleva anche la questione dell’uso delle mascherine anti-Covid come mezzo per aggirare la norma: «Indossando delle mascherine anti-Covid, in combinazione con il velo islamico e magari anche gli occhiali da sole, ottengono l’effetto di mascherare completamente il viso, come un burqa».
Viene quindi chiesto al Municipio di chiarire con le autorità federali se tale pratica sia lecita anche in assenza di motivazioni sanitarie documentate.
«Una è multabile e l’altra no: non è paradossale?», scrive Ghiringhelli commentando due foto allegate alla petizione, che mostrano donne con il volto coperto in modi diversi.
Viene inoltre segnalato il rischio che simili pratiche vengano adottate anche in altri contesti: «Ai manifestanti basterebbe indossare una mascherina anti-Covid per evitare di richiedere le necessarie autorizzazioni»
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