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CANTONENon più solo lettere o pagamenti, ecco cosa faremo nella Posta del futuro

11.10.22 - 14:15
Tra crisi energetica e penuria d'informatici, Roberto Cirillo guarda già al futuro dell'azienda e degli uffici postali
TiPress / 20 Minuten
Non più solo lettere o pagamenti, ecco cosa faremo nella Posta del futuro
Tra crisi energetica e penuria d'informatici, Roberto Cirillo guarda già al futuro dell'azienda e degli uffici postali
Il Ceo del Gigante giallo ci parla anche dell'importanza del contatto umano, tra clienti e collaboratori

LUGANO - Andare in un ufficio postale non significherà più presto solo spedire una lettera o effettuare un pagamento. Si potrà invece ricorrere a un'ampia gamma di servizi, ad esempio stipulare un'assicurazione, una polizza Cassa Malati o fare una commissione per il proprio comune.

È questa la strategia del Gigante giallo per il futuro (un progetto chiamato "Posta di domani"): aprire le proprie filiali a partner provenienti da diversi ambiti, ed è in questo senso che è stata oggi annunciata la nuova collaborazione con la Banca Cornèr, grazie alla quale la clientela avrà la possibilità di acquistare e ricaricare le carte prepagate o parlare di fondi e di trading.

«In un mondo sempre più digitale, dove manca il contatto umano, la Posta deve rimanere rilevante per la popolazione e per l’economia», ha detto oggi in conferenza stampa il Direttore generale della Posta svizzera, Roberto Cirillo. Ma come sarà quindi questa Posta, e cosa cambierà per i cittadini? Ne abbiamo discusso proprio con il Ceo, esplorando sfide e opportunità, in vista del futuro.

Si è parlato di finanze, assicurazioni, casse malati. La posta di domani non è più solo un ufficio postale. Non temiate che ciò rischi di apparire come se steste uscendo dai vostri ambiti, cannibalizzando altri settori? 
«La strategia della Posta di Domani è una strategia di apertura per fare in modo di mettere a disposizione più servizi per la popolazione. Vogliamo far sì che la popolazione abbia a disposizione dei centri di servizio - condivisi con altre aziende - che siano più rilevanti nella vita quotidiana. In questo senso non abbiamo assolutamente paura di aprire, anzi il contrario: è una necessità sia per la Posta - poiché le nostre attività storiche come pagamenti e lettere diminuiscono a una velocità estremamente alta - e d'altra parte perché è un bisogno che abbiamo constatato con queste nuove partnership che stiamo finalizzando: c'è un vero interesse al contatto umano. I servizi comunque non sono portati direttamente dalla Posta, non siamo noi che diventiamo Cassa Malati o Assicurazione, o che sviluppiamo nuovi prodotti bancari, ma sono i nostri partner che lo fanno, che vedono l'opportunità di avvicinarsi alla popolazione e di farlo tramite il canale Posta».

Per il futuro guardate al contatto umano, però si dice spesso che le nuove generazioni sono più tecnologiche e digitali. Non stonano le due cose?
«Assolutamente no, per due motivi. Primo: non bisogna dimenticarsi c'è una parte della popolazione che non può o non vuole fare tutto quanto nel mondo digitale, e per questa parte della popolazione ci sono dei veri bisogni a cui possiamo e dobbiamo rispondere come Posta (e con i nostri partner). Secondo, perché una cosa non esclude l'altra: anche nel mondo digitale la questione della fiducia, del consiglio, o la possibilità di porre una domanda in una situazione difficile continuerà a essere apprezzata anche dalle fasce più giovani della popolazione. Non siamo tutti quanti dei "nativi digitali", magari la situazione sarà diversa fra 50 anni, ma non lo sarà di certo tra 10 anni».

In Ticino un tema caldo riguarda la chiusura delle piccole filiali. La pandemia ha peggiorato la situazione? E questo vostro progetto invece punta a migliorarla?
«Evidentemente la pandemia ha accelerato dei fenomeni di riduzione ad esempio del pagamento in contante, il che ha fortemente impattato le nostre filiali. È corretto anche che quest'iniziativa di apertura della rete tende a controbilanciare questi effetti, portando dei servizi e dei prodotti dei nostri partner all'interno della rete, e di conseguenza facendo in modo che la popolazione abbia più opportunità di andare in una filiale e trovare servizi che le possano interessare»*.

Un altro punto di discussione, recentemente, è la mancanza di personale a livello di informatici. C'è anche in Ticino e quanto vi preoccupa?
«Questa mancanza di personale in generale nel mercato svizzero, e in particolare nel campo dell'IT, è molto preoccupante.  Noi siamo un attore importante, abbiamo un dipartimento IT tra i più grandi della Svizzera (con più di 1'200 collaboratrici e collaboratori). Di conseguenza abbiamo una forte necessità, sia per la digitalizzazione della Posta stessa, sia per i servizi che mettiamo a disposizione della popolazione, di competenze nel mondo dell'IT. Queste sono però scarse sul mercato svizzero. Sono molto fiero del fatto che tre anni fa abbiamo potenziato il Centro IT ticinese, siamo ormai a quasi 70 collaboratrici e collaboratori che lavorano a Bellinzona, la realtà è però che il mercato ticinese - come quello svizzero - è molto sotto pressione, con pochissimi profili a disposizione, e le nostre necessità vanno ben al di là di quello che il mercato può mettere a disposizione in questo momento».

Oggi siete a Lugano, che ha una certa particolarità rispetto al resto della Svizzera, quasi dell'Europa: punta sulle criptovalute. Quanto siete interessati a questo mondo?
«La Posta si interessa e studia le tecnologie moderne, siamo attivi ad esempio nel mondo della blockchain (c'è l'esempio dei cripto-francobolli), o della crittografia (vista la nostra sede a Neuchâtel). Però siamo anche una società che va con calma, che fa dei test, e che vuole essere sicura del tipo di servizi che mette a disposizione. Dì conseguenza sì, ci interessa, ma ovviamente osserviamo anche gli sviluppi sul mercato e quelli tecnologici che accompagnano la tecnologia. Se questo sarà un campo di attività della Posta del futuro, si vedrà nei prossimi anni, a seconda dei servizi che la popolazione e le aziende elvetiche ci domanderanno».

Quanto vi preoccupa la crisi energetica in corso e cosa state facendo per ridurre i consumi?
«Il nostro dovere è quello di immaginare scenari diversi di crisi o penuria energetica per poterci preparare con le diverse azioni necessarie a mantenere il più alto livello possibile del servizio universale. Questo è l'obbiettivo principale della task force che abbiamo creato ancor prima dell'estate, è anche il focus della Direzione generale, sapendo che evidentemente i nostri servizi sono fortemente legati all'approvvigionamento elettrico. Di conseguenza, se questa scarsità effettivamente si materializzasse, il nostro ruolo sarà quello di mantenere il più alto livello possibile di servizi, ma non potremo evidentemente mantenere tutto allo stesso livello come quando non ci sono questo tipo di problemi».

*A tal riguardo, il vicedirettore della Posta svizzera Thomas Baur ha chiarito che l'obbiettivo della Posta è stabilizzarsi al numero attuale di circa 800 uffici postali (con dipendenti presenti in loco), senza ridurne o aumentarne il numero, ma potenziandoli e focalizzandosi sui bisogni dei clienti. Sono escluse da questa cifra, chiaramente, le offerte limitate come i servizi in altre strutture o i servizi a domicilio. Aggiungendo anche gli altri servizi postali senza personale, in totale, entro il 2024, la Posta mira ad avere oltre 5000 punti di accesso per i clienti.

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COMMENTI
 

volabas56 1 anno fa su tio
Sai cosa gli frega a Cirillino e compagni di merende del contatto umano con i clienti...ipocriti

Balin 1 anno fa su tio
Hahahah... fatture ail mai consegnate... posta consegnata ad altri indirizzi... 14 mila telefonate e e formulari per un cambio domicilio... ma dove volente andare... io ci metterei pure una lavatrice a gettoni per la biancheria... 🤣🤡

abtdnn 1 anno fa su tio
Abbiamo la fortuna di avere un servizio postale d’eccellenza: vincitore per il quarto anno di fila come miglior posta dell’anno DEL MONDO, ma questo voi non siete in grado di percepirlo perché sapete solo lamentarvi senza informarvi prima: preferite un servizio postale che si auto gestisce e si mantiene con i suoi introiti o preferite pagarlo voi con le tasse? C’è davvero troppa gente che non sa guardare oltre il proprio naso…

Mattiatr 1 anno fa su tio
Risposta a abtdnn
Parole sante, dai commenti sembra stiano smantellando la posta. Il servizio pubblico serve a garantire un servizio base a tutti, poi se hai necessità particolari ti affidi ad altre ditte che servano meglio i bisogni dei singoli. Qua si parla di dividere i costi banche e assicurazioni in uffici che altrimenti non avrebbero senso d'esistere, non mi pare nulla di scandaloso, eppure la polemica dilaga. In Ticino abbiamo una strana malattia, non va mai bene nulla, quando qualcuno cerca di portare cambiamenti non va bene perché cambia qualcosa di cui ci lamentiamo (sinceramete non riesco a capirlo).

Sarà 1 anno fa su tio
Risposta a abtdnn
@Balin - Confermo, da noi succede ogni giorno. Ho reclamato al servizio clienti, mi hanno detto che la prossima volta che non ricevo una lettera devo dirgli la data esatta e inviare una fotocopia del francobollo con bollo visibile. Mi devono solo spiegare come fotocopiare il francobollo di una lettera che non ho mai ricevuto. @abtdnn 14 - Preferirei avere una posta che consegna sempre le lettere all'indirizzo giusto!

Mattiatr 1 anno fa su tio
Mi spiegate qual'è il problema di chi si lamenta per una soluzione del genere? Le possibilità non sono molte, aumenti i servizi dividendo i costi, la stessa cosa che fanno i centri commerciali. A me non cambierebbe nulla se chiudessero gli uffici postali, i pagamenti li faccio tranquillamente da casa, a volte di notte senza grandi problemi ed ho pure insegnato a degli anziani come fare (quindi non usateli come scusa, se vogliono ce la fanno tranquillamente). Andare in un posto dove poter firmare contratti per la cassa malati, fare investimenti e investire pacchi sarebbe più comodo, veloce e pratico per tutti. Spiegatemi perché è un problema unire più servizi.

marco17 1 anno fa su tio
Risposta a Mattiatr
Con questo ragionamento, perché non avere un solo megaufficio dove spedisci i pacchi, ti fai tagliare i capelli, fai una conoscopia, bevi l'aperitivo e ti scegli l'urna funeraria, dopo aver anche investito in borsa.

Mattiatr 1 anno fa su tio
Risposta a marco17
Sono tutte ''attività da sportello'', alla posta come alla Raiffeisen, UBS e via dicendo trovi un bancone dove ci sono computer e fogli, letteralmente la stessa cosa. (C'è scritto ma vabbé). Comunque pure nei supermercati trovi di tutto, nessuno è mai morto per questo. Non vi va bene perché infrangi la sacra immagine della somma posta? Va ben, sera su baraca e servizio annullato, daltronde perché offrire un servizio che non viene più usato? Non mi pare che davanti agli hotel ci sia una stalla per i cavalli dei viandanti, questo malgrado magari qualcuno voglia ancora cavalcare per spostarsi.

Io53ticino 1 anno fa su tio
Quanti di voi hanno ancora un ufficio postale nel villaggio o borgo nel quale abitano?quanti km fate prima di poter frequentarne uno? e quando finalmente ci siete e avete fatto la coda vi viene l idea di fare l assicurazione xyz? Io no. Se poi vedo una persona anziana "faticare"a capire perché non può piu pagare col bollettino rosa e farsi rinviare dall impiegata sono perplessa.E questo sarebbe il contatto umano e la posta al servizio della popolazione? mah......

Traspa 1 anno fa su tio
Risposta a Io53ticino
Bravo, complimenti, l'importante è sempre e solo lamentarsi! Così andiamo lontano. Si si, perchè se la posta vende anche altro è un mega disturbo a tutti. Ho capito, bom!

vulpus 1 anno fa su tio
La posta vuole fare di tutto. Sarebbe meglio che si impegni maggiormente nel servizio alla clientela con una presenza decente sul territorio e un servizi di distribuzione all'altezza con i tempi. Non è normale che la corrispondenza venga consegnata alle 14.30 del pomeriggio. Se hanno troppo materiale da consegnare che aumentino i mezzi e il personale. Già una volta vendevano soffioni per il bagno e cag...te analoghe. Ma poi hanno dovuto abbndonare. Idem per le assicurazioni e le telefonia. Ora le casse malati. Direttore da agevolare in uscita.

abtdnn 1 anno fa su tio
Risposta a vulpus
La Posta ha vinto per la 4a volta il premio come miglior posta dell’anno… abbiamo poco da lamentarci qui! Il servizio alla clientela è tra i migliori in Svizzera e le statistiche parlano chiaro 👍🏻

Evry 1 anno fa su tio
Risposta a vulpus
Certo, stiamo abdandi in avanti come i gamberi, vergogna

vulpus 1 anno fa su tio
Risposta a abtdnn
Evidentemente chi ci lavora fa bene a difenderla. Ma la realtà è un'altra.

Luky 1 anno fa su tio
non è questione di sostenibilità, la posta dovrebbe essere un servizio pubblico senza lucro. Ovvio che che se i Cirillo di turno a fine anno vogliono miglioni di bonus le cose cambiano (in peggio per i comuni mortali)

Mattiatr 1 anno fa su tio
Risposta a Luky
Caro mio, se vuoi bruciare soldi è più veloce andare al benzinaio rispetto all'aprire un ufficio postale. Le generazioni giovani in posta non ci vanno più, restano solo gli anziani perché refrattari all'uso di sistemi tecnologici. Vuoi che l'ufficio resti? Trovi un compromesso e aggiungi servizi, altrimenti sera su baraca. Pubblico non vuol dire esente dal vincolo di bilancio e da innovazioni, altrimenti reinseriamo i telegrafi e il postino a cavallo.

Traspa 1 anno fa su tio
Risposta a Luky
Non è questione di sostenibilità? Ma dove vivi tu, sulla Luna? Ma se sono almeno 15 anni che la posta vende anche altri prodotti, che non hanno niente a che vedere con la cartoleria.

Traspa 1 anno fa su tio
Quanta ignoranza nei commenti sotto. Sé la posta così com'è non è più sostenibile cosa bisogna fare?! Sovvenzionarla ancora di più con le nostre tasse?! o magari ampliare l'offerta per essere sostenibile? In altri paesi ci sono già arrivati, qui c'è ancora troppa gente che non sa guardare oltre il proprio naso...

Galium 1 anno fa su tio
Risposta a Traspa
Sono pienamente d'accordo, ma purtroppo è impresa ardua far capire a certe persone che i tempi cambiano in modo irreversibile

Luky 1 anno fa su tio
A me sembra che se andiamo avanti così non ci saranno nemmeno più uffici postali.

marco17 1 anno fa su tio
già che ci siamo perché non vendere anche prestazioni sessuali, in nome del contatto umano. Oppure una macelleria: mi dia 10 francobolli e 2 bistecche. E perché no una bottega di calzolaio; ecco un pacco da spedire e due paia di scarpe da risuolare. Cirillo, quanto costano certe tue idee strampalate?

volabas56 1 anno fa su tio
Cirillo, hai mai pensato di aprire una pescheria all'interno della posta?

Afrodita 1 anno fa su tio
Io spero che per questa interesante progetto siano benificiati i nazionali prima i nostri 👍🇨🇭
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