Frontalieri italiani, l'accordo avanza

La commissione economia e tributi del Nazionale promuove la riforma fiscale (quasi) all'unanimità
BERNA - Dopo gli Stati nel dicembre scorso, anche il Consiglio nazionale dovrebbe approvare senza problemi l'accordo tra la Svizzera e l'Italia sull'imposizione dei frontalieri. La Commissione dell'economia e dei tributi del Nazionale (CET-N) propone al plenum quasi all'unanimità (un solo voto contrario) di approvare l'intesa.
In aggiunta, chiede però una road map volta alla rimozione della Svizzera da una lista nera italiana del 1999 e l'accesso delle banche elvetiche al mercato italiano, precisa un comunicato odierno dei Servizi del parlamento.
A parere della CET-N, l'accordo con l'Italia sui lavoratori frontalieri e la modifica della Convenzione sulle doppie imposizioni del 1976 è favorevole alla Confederazione: oltre alla fine del versamento dell'imposta all'Italia a partire dal 2033, l'intesa contempla un aumento del carico fiscale per i nuovi lavoratori frontalieri e una chiara definizione di "lavoratore frontaliero".
Il primo "sì" alla ratifica da parte elvetica dell'accordo con l'Italia è giunto lo scorso dicembre dal Consiglio degli Stati per 43 voti a 1. Una proposta di sospensione del dossier inoltrata da Marco Chiesa (UDC/TI) finché Roma non avrà stralciato la Svizzera dalla lista nera del 1999 era stata respinta nettamente.
Il 3 dicembre scorso il Consiglio dei ministri italiano ha a sua volta dato il via libera alla ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra la Repubblica italiana e la Confederazione relativo all'imposizione dei lavoratori frontalieri e del Protocollo che modifica la Convenzione bilaterale per evitare le doppie imposizioni e per regolare talune altre questioni in materia di imposte sul reddito e sul patrimonio.




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