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È iniziato l'assalto alle farmacie: «Non ce n'è per tutti»

I ticinesi fanno a gara per accaparrarsi il vaccino stagionale. Ma il Dss frena: prima i gruppi a rischio
tipress
È iniziato l'assalto alle farmacie: «Non ce n'è per tutti»
I ticinesi fanno a gara per accaparrarsi il vaccino stagionale. Ma il Dss frena: prima i gruppi a rischio
Sospese le vendite fino al 30 novembre, a eccezione di over 65, donne incinte, malati cronici e neonati prematuri
BELLINZONA - L'inverno, all'improvviso. E i ticinesi battono i denti. Con l'abbassamento delle temperature, nei giorni scorsi è iniziata ufficialmente la corsa alle vaccinazioni contro l'influenza stagionale. Ma le scorte non bastano...

BELLINZONA - L'inverno, all'improvviso. E i ticinesi battono i denti. Con l'abbassamento delle temperature, nei giorni scorsi è iniziata ufficialmente la corsa alle vaccinazioni contro l'influenza stagionale. Ma le scorte non bastano per tutti. 

Complice il Covid, le farmacie e i medici di famiglia in Ticino hanno visto aumentare nettamente le richieste rispetto agli anni scorsi. Se ne è accorto il Dss: «I canali di distribuzione del vaccino anti-influenzale sono già molto sollecitati» rileva il farmacista cantonale Giovan Maria Zanini. A insistere per accaparrarsi una dose non sono solo i pazienti tradizionali, ma «un gruppo nutrito di nuove persone che negli anni passati non effettuavano la vaccinazione». 

È l'effetto coronavirus. Le autorità federali e cantonali hanno insistito molto, nei mesi scorsi, sulla necessità di vaccinarsi «ora più che mai» e sembra che la popolazione abbia colto il messaggio. Forse fin troppo? «I medici e i farmacisti devono riservare le prime dosi ai pazienti appartenenti ai gruppi a rischio tradizionali» chiarisce Zanini. «Sono quelli che ne hanno più bisogno. Gli altri dovranno aspettare un secondo momento». 

Insomma non è un "chi prima arriva meglio alloggia". O almeno, non dovrebbe esserlo. Per mettersi al riparo, la Confederazione ha negoziato un acquisto di dosi "di riserva". Il fabbisogno normale in Ticino è di 60-65mila vaccini all'anno: la prima infornata, quella di ottobre-novembre. Ma questo inverno potrebbero servirne fino al doppio. 

A differenza del passato, questa volta ci sarà una seconda fase, per le persone che si annunciano senza essere a rischio» tranquillizza Zanini. «Queste potranno fare capo a una fornitura supplementare, che verrà recapitata verosimilmente a partire da novembre e potrà pertanto essere distribuita ancora in tempo, siccome da noi il picco solitamente arriva attorno a metà gennaio». Il problema è che le aziende farmaceutiche faticano a stare dietro agli ordini.

Berna - abbiamo riferito settimana scorsa - sta penando non poco per procurarsi una copertura extra: l'obiettivo è di raggiungere 2 milioni di dosi (attualmente, ce ne sono 1,2 milioni) ma non è facile. Zanini mette le mani avanti: «Da un punto di vista ideale sarebbe interessante vaccinare tutti quelli che ne faranno richiesta. Questo avrebbe effetti positivi anche nel contrasto al Covid». Ma c'è una domanda a cui il farmacista cantonale non può rispondere: «Non sappiamo quanti si annunceranno. Abbiamo visto cosa è successo con le mascherine e la carta igienica». Qualcuno, forse, potrebbe rimanere a bocca asciutta. 

Il blocco fino al 30 novembre: 

Fino al 30 novembre il vaccino contro l’influenza potrà essere prescritto e somministrato solamente alle persone appartenenti ai gruppi a rischio e al personale sanitario o professionalmente in contatto con persone a rischio. Lo ha stabilito il Dipartimento della sanità e della socialità, nell’intento di massimizzare i benefici per la salute pubblica di questa importante misura di prevenzione. Le persone in buona salute che desiderano vaccinarsi potranno farlo a partire da fine novembre. 

I pazienti con la precedenza:

Per decisione del medico cantonale e del farmacista cantonale, comunicata ai medici e alle farmacie negli scorsi giorni, questa prima fornitura dovrà essere inizialmente riservata alle persone appartenenti ai gruppi a rischio, segnatamente alle persone di 65 anni e più, agli ospiti di case di cura e pazienti degenti in istituti per malati cronici, alle donne incinte, ai nati prematuri e alle persone affette da malattie croniche. 

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