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CANTONE«Sì, lo smartphone ha ammazzato la camporella»

11.10.19 - 18:03
Sesso in pubblico e in pieno giorno. È stata l’ennesima estate di foto hard. Possibile tanta ingenuità? «No, questo è esibizionismo», sostiene il sessuologo Walter Beolchi
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«Sì, lo smartphone ha ammazzato la camporella»
Sesso in pubblico e in pieno giorno. È stata l’ennesima estate di foto hard. Possibile tanta ingenuità? «No, questo è esibizionismo», sostiene il sessuologo Walter Beolchi

Sesso in luoghi pubblici

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Questi sondaggi non hanno, ovviamente, un valore statistico. Si tratta di rilevazioni aperte a tutti, non basate su un campione elaborato scientificamente. Hanno quindi l'unico scopo di permettere ai lettori di esprimere la propria opinione sui temi di attualità.

LUGANO – Sesso in pubblico e in pieno giorno. Per poi finire sui social. E anche l’estate appena conclusa non ha fatto eccezione, con diversi scatti hot giunti in redazione un po’ da ogni parte del mondo. Dagli USA. Dall’Italia. Perfino dal Bellinzonese. Segno di un contesto, quello dell’intimità di coppia, che sta cambiando alla velocità della luce. «La privacy non esiste quasi più – sostiene il sessuologo Walter Beolchi –. Una volta si andava in camporella con l’obiettivo di non essere visti da nessuno. Adesso, nell’era dei social, si sa che si è al sicuro solo tra quattro mura».

Sesso, in pubblico, in pieno giorno. Ogni tanto spunta qualche immagine hard e open air. Possibile essere tanto ingenui?
Non è ingenuità. È esibizionismo, per forza di cose. Se una coppia oggi fa sesso all’aria aperta, in un luogo in cui c’è gente, sa benissimo che il rischio di essere fotografati o filmati è altissimo.

Già. Quasi tutti hanno uno smartphone.
Non credo esistano persone tanto sprovvedute da non considerarlo. Quindi se accade di essere immortalati in determinate situazioni, nella maggior parte dei casi è perché lo si desidera. Si ha voglia di essere mediatizzati, di finire in rete, di ricevere like. E, forse, non si considerano le possibili conseguenze di simili comportamenti.

 Ad esempio, quali?
Prima di tutto il sesso in pubblico può dare fastidio. Ci sono magari persone sensibili, o bambini, che passano. È una questione di rispetto. Inoltre, c’è un lato ricattatorio che non va dimenticato. Ogni immagine personale a sfondo sessuale può dare origine a un ricatto. E può segnare la serenità di una persona a vita.

Va considerato anche l’aspetto della reputazione personale.
Già. Quando certe foto o certi video iniziano a girare di chat in chat, non riesci più a fermarli.

Si è al sicuro solo tra quattro mura, diceva. È veramente così?
Il fascino del rischio gioca sempre un determinato ruolo. Si ha voglia di spingersi oltre, c’è sempre l’eccitazione di fare una cosa in un posto in cui ti potrebbero beccare. Il problema è che tutto questo si scontra col mondo tecnologico, con la possibilità che ognuno di noi ha di estrarre il cellulare dalla tasca e fare una foto o riprendere una scena. E quindi una persona “normale” ci pensa due volte prima di esporsi.

È un po’ come se lo smartphone avesse ammazzato la camporella?
Sì. Vale per tutti, tranne che per gli esibizionisti, appunto.

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