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La radiografia della Teseu sulle luci rosse: il 61% delle ragazze proviene dalla Romania. In leggero aumento, da 92 a 97, il numero degli appartamenti dove si pratica il meretricio
BELLINZONA - È la fotografia più aggiornata sul fenomeno della prostituzione in Ticino: secondo i dati d’attività nel 2017 della sezione della polizia cantonale Teseu sono 281 le persone che si sono annunciate per esercitare il sesso a pagamento (erano 300 nel 2016). In testa, per nazionalità, le più rappresentate sono le rumene (61%), seguite da italiane (27%) e spagnole (4%). Un anno fa le percentuali delle tre nazioni erano rispettivamente 64%, 20% e 9%. Si dimezza dunque il numero di cittadine spagnole e aumenta quello delle italiane.
Nell’ambito delle verifiche, sia nei locali autorizzati sia negli appartamenti, sono state controllate 224 persone. Fra queste, 20 donne, in possesso di un’autorizzazione per attività lucrativa indipendente di breve durata valida o senza permessi di lavoro per stranieri, hanno omesso di annunciarsi alla Polizia cantonale oppure praticavano la prostituzione in esercizi pubblici. Per loro è scattata la denuncia al Ministero pubblico per l’esercizio illecito della prostituzione. Diciotto di queste donne erano attive in due esercizi pubblici oggetto di intervento da parte di Magistratura e Polizia.
Nel comunicato diffuso dalla polizia si precisa inoltre che il numero degli appartamenti attivi a disposizione delle professioniste del sesso è stabile, stimabile a 97 per il 2017 (95 nel 2015 e 92 nel 2016). La maggior parte di questi appartamenti resta concentrata nei principali centri urbani. I controlli e i contatti regolari con l’ambiente della prostituzione hanno permesso di individuare quattro situazioni di potenziali vittime di tratta d’esseri umani o di sfruttamento della prostituzione. In una di queste situazioni si è potuta avviare un’inchiesta penale nei confronti degli autori. I saloni di massaggio erotico rilevati nel 2017 sono 10. I locali notturni ammontano a 15, 10 dei quali nel Sottoceneri e 5 nel Sopraceneri. In questi esercizi pubblici sono attive circa 100 donne, in maggioranza provenienti dall’est europeo.
