Un altro pezzo di storia che se ne va: la Casa del Disco di Varese annuncia la chiusura
Il racconto di un cliente ticinese affezionato: "Era una tappa fissa"
VARESE/LUGANO - Il 17 gennaio, dopo oltre cinquant’anni, la Casa del Disco di Varese abbasserà definitivamente la saracinesca. Programmi definitivi per il futuro, per ora, non ce ne sono, tant’è che “nei prossimi giorni cd e vinili verranno (s)venduti a metà prezzo”, anticipa Mauro, gestore dell’attività da sedici anni. Il motivo della chiusura? La musica liquida, troppo liquida.
Un dei punti di riferimento, la Casa del Disco, anche per tanti appassionati e cultori musicali ticinesi. In quanti da Mendrisio, da Lugano, da Bellinzona o, addirittura, anche da Biasca o da Airolo, in cinque su una vecchia utilitaria, tra gli anni Ottanta e Novanta, organizzavano “spedizioni settimanali” alla ricerca di quella musica rigorosamente non mainstream che, ahimè, non si trovava proprio dappertutto, se non da Pinguis a Bellinzona, alla Casa del Disco di Varese, da Carù a Gallarate (Varese) o tra le mura di Supporti Fonografici di Milano? “Per me e altri due amici, nella prima metà degli anni Novanta, quasi ogni sabato, il programma era più o meno il medesimo – ricorda Stefano, quarantacinquenne di Lugano – Ci si trovava in centro attorno alle 10 e, dopo un caffè e un croissant, si partiva con destinazione Varese: dopo una prima sosta alla Casa del Disco, si proseguiva verso Gallarate, ancora alla ricerca di qualche gioiello sconosciuto che Carù aveva appena ricevuto direttamente dall’America”. E prima di concludere aggiunge: “Ora i nostri viaggi alla ricerca del vinile o del cd sono forse meno frequenti, ma sempre regolari. Una media? Beh, almeno uno o due al mese…”.
Un altro pezzo di storia che se ne va, quindi, per Varese e anche per tanti appassionati ticinesi. E con esso se ne va anche la qualità della musica, oggi, purtroppo, sempre più liquida e, spesso, priva di un’anima.



