"Siciliano è molle e poco convincente"

Il presidente Balestra-Bianchi e il pp Item cercano di chiarire i ricordi dell'imputato, che appaiono sempre confusi su alcuni punti
LUGANO - Si allunga ancora il processo a Marco Siciliano. Alle 14 di oggi era prevista la requisitoria della procuratrice generale aggiunta Rosa Item, che invece si terrà domani.
Discussione - Il dibattimento torna al 25 marzo, e alla presunta discussione, causa scatenante dell'omicidio: "Se eravate arrabbiati per la discussione, come è che ha fatto, Siciliano, a convincere o a proporre la moglie a farsi una tisana? Lei ha chiesto alla moglie, durante il litigio, cara ci facciamo una tisana?" Siciliano ribatte: "Non c'è stato il 'cara'. La tisana è stata preparata durante la discussione".
Ricordi - Siciliano affronta nuovamente gli avvenimenti, ma i suoi ricordi, colmi di imprecisioni e dimenticanze, non cambiano. "Perchè cambiano quando si scopre che c'era sonnifero nella tisana?" incalza Item, alla quale risponde l'avvocato difensore Frigerio: "Il ricordo riaffiora quando l'imputato è messo di fronte ai dati oggettivi". Siciliano, nei verbali, negò fino all'ultimo di aver messo il sonnifero nella tisana. L'avvocato di parte civile Respini ricorda che negli atti è depositata a verbale una metafora detta da Siciliano per descrivere la sua incapacità di ricordare e di raccontare: "Come una bottiglia di champagne che per aprirsi, per far saltare il tappo, ha bisogno di una scrollata".
Memoriale - Si torna anche sul tempo impiegato dall'imputato per sciogliere le pastiglie nella tisana. Un tempo di 10-12 minuti, che contraddice le dichiarazioni di Siciliano, che affermava di averci impiegato 2/3 minuti. La presidente Balestra-Bianchi pretende chiarezza su questo punto. Item sostiene che quelli di Siciliano erano tentativi di negare l'evidenza. Il 2 agosto, in una sorta di memoriale, Siciliano ricostruisce il "furto" delle pastiglie di Stilnox da casa del padre a gennaio, ed ammette di essere stato arrabbiato con Beatrice, e di volerla avvelenare. Racconta di aver sciolto le pastiglie, e che la moglie ebbe un malore qualche istante dopo aver bevuto un sorso di tisana, che non le piaceva a causa del gusto di anice. Praticamente quanto già dichiarato dal 32enne nel primo giorno di processo.
"Molle e poco convincente" - Agnese Balestra-Bianchi insiste sul fatto che Siciliano continua ad affermare che la donna, accortasi dei primi effetti del sonnifero, non abbia chiamato aiuto. Un punto che non convince ancora la presidente, che esorta Siciliano a riferire i fatti, e non le dichiarazioni dei verbali, e a non essere, come ora, "molle e poco convincente". Ricorda, inoltre, quanto scritto dal perito psichiatrico Calanchini, in cui si diceva di fare attenzione a non confondere le amnesie dissociative a quelle simulate. Siciliano ribadisce quanto dichiarato: "Bea non si è accorta di niente". Balestra-Bianchi ribatte: "Ma Bea alzava le braccia e ha cercato di difendersi quando la stava soffocando". Siciliano: "Sì, in quel momento si, stava capendo". Prima, invece, non ci sarebbero state reazioni.
Strategia - La presidente prende atto di quella che ormai è considerata la strategia di Siciliano, quella dei mancati ricordi, ma ricorda della perizia di Calanchini in cui si dice che Siciliano è sano mentalmente. In effetti Siciliano non mostra difficoltà ad ammettere il soffocamento, ma fa grande fatica a ricordare atti compiuti solo pochi minuti prima, e cosa ha innescato la sua azione omicida. Così come nega di aver cercato di decapitare il cadavere, per renderne più difficile il riconoscimento. Siciliano non ricorda nemmeno di aver spogliato il corpo, sebbene sia noto che Beatrice Sulmoni fu trovata seminuda nelle acque del Lago di Como.
Lucidità - Che Siciliano fosse lucido, osserva la pp Item, lo dimostrano gli accorgimenti che prese per evitare che si scoprisse che nel bagagliaio della Passat giaceva il corpo senza vita di Beatrice. Comportamenti, questi, che offuscano la teoria dei sintomi post traumatici da stress.
Testimonianze - Vengono poi vagliate le testimonianze di alcune persone che ebbero a che fare con Siciliano in quei giorni. Il primo è il presidente dell'associazione Spacatimpan, che incontra Siciliano, vicepresiddente in un bar di Mendrisio appena prima dell'omicidio, e riceve la confidenza dei problemi tra il fisioterapista e la moglie. "Una confidenza per giustificare la mia assenza" ad una riunione, dichiara Siciliano che esclude la volontà di crearsi un alibi.
Red
Foto Ticinonline Manuel Meleleo




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