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Controllo dei biglietti sui treni Tilo, Stojanovic: "Poca professionalità, razzismo, o altro?"

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Controllo dei biglietti sui treni Tilo, Stojanovic: "Poca professionalità, razzismo, o altro?"
LUGANO - Lo scrittore Alberto Nessi ha raccontato in un articolo  dal titolo “Ticino, terra d’asilo” pubblicato sul settimanale Area lo scorso marzo, un episodio  avvenuto a febbraio sul treno regionale Tilo Chiasso-B...

LUGANO - Lo scrittore Alberto Nessi ha raccontato in un articolo  dal titolo “Ticino, terra d’asilo” pubblicato sul settimanale Area lo scorso marzo, un episodio  avvenuto a febbraio sul treno regionale Tilo Chiasso-Biasca, durante il quale un ragazzo di colore è stato trovato senza il biglietto del treno. L'atteggiamento avuto dai controllori nei confronti del ragazzo è stato narrato con dovizia di particolari dall'illustre scrittore, ed è proprio dal suo racconto- che è possibile leggere qui sotto -  che si sviluppa l'interrogazione inoltrata oggi dal deputato socialista  Nenad Stojanovic, e sottoscritta da altri nove parlamentari socialisti.

In sostanza  Stojanovic chiede al Consiglio di Stato  che tipo di giudizio dà alla testimonianza dello scrittore. Chiede se sono stati individuati i responsabili e con quali conseguenze, se l’episodio è stato segnalato all’autorità giudiziaria; se è stata individuata la persona alla quale è stato stracciato il documento d'identità; se gli sono state presentate delle scuse per il torto subito; e se il  Consiglio di Stato intende incaricare il delegato cantonale all’integrazione degli stranieri e alla lotta al razzismo o la Commissione cantonale per l’integrazione degli stranieri e la lotta contro il razzismo di organizzare un corso sull’antirazzismo per il personale che su incarico di TILO SA svolge i controlli sui treni.

L'interrogazione inoltre affronta più in generale il comportamento dei controllori nei treni regionali. "Non è la prima volta che ci giungono lamentele" fa sapere il deputato socialista. "Come si chiama la ditta alla quale TILO SA o le FFS hanno delegato il compito di controllare i biglietti sui treni TILO? Di che tipo di formazione dispongono i controllori?  Corrisponde al vero che il guadagno di questa ditta dipende (almeno in parte) dalla quantità di multe raccolte? Se sì, come giudica il Consiglio di Stato questo fatto dal punto di vista dell’interesse pubblico e della promozione dei trasporti pubblici? Il Consiglio di Stato non ritiene opportuno di chiedere a TILO SA, rispettivamente alle FFS, di rivedere la prassi che consiste nel delegare a una ditta privata e al personale manifestamente non sufficientemente formato e qualificato il compito di controllare i biglietti sui treni TILO?


L'episodio raccontato da Alberto Nessi in “Ticino, terra d’asilo” pubblicato su Area, 27 marzo 2009

“17 febbraio [2009], Tilo Chiasso-Biasca, partenza ore 10.33. Apro il libro e sprofondo nella lettura di ‘Dio non ama i bambini della Pariani’, libro crudelissimo. Tra Capolago e Maroggia il controllore (d'ora in poi condütör) si avvicina a un uomo di colore  e gli chiede il biglietto, dandogli del tu. Non ce l'ha, il biglietto. Il condütör gli chiede un documento, questa parola la capisco bene anch'io: documento. Il viaggiatore clandestino  porge un foglio formato A 4, sicuramente la fotocopia di un documento personale. L'altro telefona, forse alla polizia: -Cosa facciamo?-chiede. -Lo aspettiamo a Lugano. -Okay. Buona giornata.
Il condütör si siede accanto al suo apprendista, un biondino pieno di buona volontà. Gli sta insegnando il mestiere: è destinato a far carriera. Il viaggiatore, in piedi, guarda smarrito. Salgono altri ferrovieri in divisa e stanno tutti insieme nello scompartimento, in silenzio. Fronte unito. È una giornata fredda, è bello starsene al caldo a guardare le onde del Ceresio.
Ora il  clandestino si avvicina con passo lento alla porta della carrozza. A Melide preme il bottone verde e scende. Con calma. Si ferma davanti al finestrino dietro il quale sono seduti i ferrovieri in divisa e fa un segno, con aria rassegnata: vorrebbe riavere il suo foglio, per favore. Il condütör, un piccoletto dall'aria di bravo ragazzo, gli dice, guardandolo attraverso il finestrino: -Salta! Su, salta! E fa un gesto d'invito con la mano, indicando i brividi azzurri dell'acqua che s'intravede oltre la  stazione. Come dire: buttati nel lago, forza. Il Tilo riprende lentamente la sua corsa verso Paradiso.
Il condütör ritelefona a quelli di prima: -Il nero è scappato a Melide. In realtà è solo sceso tranquillamente alla prima fermata, perché non ha il biglietto. Allora il condütör chiama l'Ufficio Controllo Abitanti di Chiasso. Legge i dati dal foglio che ha in mano: -Via Volta… Dev'essere il domicilio provvisorio del viaggiatore che si è dileguato. - Okay. Buona giornata. Poi, davanti agli occhi del biondino che sta imparando l'arte, rilegge il foglio e, con calma, lo fa in mille pezzi, come se stesse compiendo un'azione eroica. Straccia la fotocopia del documento del nero, forse un richiedente l'asilo. -Magra consolazione- commenta malinconicamente.
La vera consolazione sarebbe quella che il nero si buttasse nel lago. Ma non si può avere tutto dalla vita. Bisogna accontentarsi. Il sindaco di Lugano con una telefonata dà lo sfratto ai rifugiati, ‘se no ci pensiamo noi’. Il condütör, al nero, si limita a stracciare il pezzo di carta: l'unica cosa che ha. Lo rende invisibile. Lo cancella dalla faccia della terra. Dio non ama i clandestine.”

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