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Adozioni internazionali: «Berna torni sui suoi passi»

Con la mozione depositata si chiede al Consiglio federale di porre in consultazione una revisione che comprenda i due scenari elaborati, presentati nel mese di giugno dello scorso anno.
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Fonte Ats
Adozioni internazionali: «Berna torni sui suoi passi»
Con la mozione depositata si chiede al Consiglio federale di porre in consultazione una revisione che comprenda i due scenari elaborati, presentati nel mese di giugno dello scorso anno.

BERNA - La decisione del Consiglio federale di vietare le adozioni internazionali non piace al Parlamento. Oggi il Consiglio degli Stati ha tacitamente approvato, in forma modificata, una mozione del Nazionale che chiede all'esecutivo di ritornare sui suoi passi.

All'origine dell'atto parlamentare - che ha suscitato un ampio dibattito e diverse critiche da parte delle associazioni attive nel settore e dei genitori adottivi - vi è la decisione del Consiglio federale del 29 gennaio di incaricare il Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP) di elaborare un progetto preliminare di legge volto a introdurre il divieto di adozioni all'estero.

Condividendo le argomentazioni del Nazionale, gli Stati hanno a loro volta approvato la mozione, ma con qualche modifica. La proposta del Consiglio nazionale limita infatti in modo eccessivo il margine d'azione del governo nella fase attuale del processo legislativo, ha sostenuto Isabelle Chassot (Centro/FR) a nome della commissione. La mozione, ha proseguito la friburghese, «alimenta una certa sfiducia nei confronti del funzionamento delle istituzioni imponendo all'esecutivo di fare una proposta nel quadro di una consultazione».

La nuova versione della mozione adottata oggi lascia maggiore margine di manovra al Consiglio federale. Chiede a quest'ultimo di porre in consultazione una revisione dell'adozione internazionale che comprenda i due scenari elaborati dal gruppo di esperti presentati nel mese di giugno dello scorso anno.

La prima variante corrisponde alla volontà iniziale del governo di cessare le adozioni internazionali. La seconda prevede invece una riduzione dei Paesi interessati, nonché il coinvolgimento dei Cantoni e degli intermediari. Nei due casi le procedure di adozione in corso non devono essere toccate dalla riforma.

Nel suo intervento Chassot ha anche criticato la comunicazione del Consiglio federale, che aveva lasciato intendere che si sarebbe diretto verso il divieto delle adozioni internazionali. In realtà, come detto anche dal consigliere federale Beat Jans, l'esecutivo federale aveva già deciso di considerare le due opzioni ancora prima del deposito della mozione.

La mozione ritorna al Consiglio nazionale.

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