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SVIZZERA

«Chi si trasferisce in Svizzera, paghi»

Una tassa sull'immigrazione: la controproposta del PLR all'iniziativa popolare UDC «No a una Svizzera da 10 milioni»
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«Chi si trasferisce in Svizzera, paghi»
Una tassa sull'immigrazione: la controproposta del PLR all'iniziativa popolare UDC «No a una Svizzera da 10 milioni»

BERNA - Il PLR propone una tassa sull'immigrazione per regolare l'immigrazione in Svizzera e ora punta a portare il PS dalla sua parte. Secondo il partito, chi si trasferisce nel Paese dovrebbe pagare il 3% del loro reddito per undici anni. Il ricavato è stimato per un miliardo di franchi all'anno.

Con questa misura, il PLR vuole creare un'alternativa all'iniziativa «No a una Svizzera da 10 milioni» dell'UDC. Anche il Centro e i Verdi Liberali ritengono necessaria una controproposta diretta alla promettente iniziativa dell'UDC. Il progetto, intanto, sta facendo discutere: potrebbe infatti generare possibili conflitti con l'Unione europea, come scrivono i giornali CH-Media.

Il presidente del PLR difende il piano - Il consigliere nazionale del PLR Simon Michel si batte per un'ampia alleanza politica contro l'iniziativa dell'UDC. Il suo modello si rifà alla tassa sul servizio militare per gli uomini non idonei al servizio. È esclusa l'applicazione retroattiva dell'eventuale imposta sull'immigrazione. Il regolamento entrerebbe in vigore non appena la popolazione svizzera dovesse raggiungere i 9,5 milioni di abitanti, una cifra che viene indicata come soglia anche nell'iniziativa dell'UDC.

Il presidente del PLR Thierry Burkart difende la proposta: «È importante che ci sia effettivamente un effetto e che la misura vada a beneficio della popolazione svizzera». Sottolinea inoltre che le piccole e medie imprese e le altre aziende che fanno affidamento su lavoratori qualificati stranieri non dovrebbero essere penalizzate. Si dice persino tranquillo riguardo alla possibile resistenza di Bruxelles: «Non dobbiamo praticare un'obbedienza a priori».

Critiche da più parti - Al momento tuttavia il modello non sta riscuotendo il successo sperato. Il PS, ad esempio, non ha ancora preso una decisione: tanto è vero che il copresidente Cédric Wermuth non ha voluto commentare su richiesta dei giornali CH-Media. I Verdi, invece, si oppongono alla tassa. La leader del partito Lisa Mazzone la definisce un «mostro burocratico» e sottolinea come potrebbe andare a impattare su settori quali sanità ed edilizia, segmenti in cui la carenza di manodopera qualificata è già realtà.

Pure l'UDC è scettica. Il presidente Marcel Dettling ritiene che la tassa non sia adatta né a ridurre il cosiddetto «stress da densità» né la carenza di alloggi. «Le questioni principali da affrontare sono l'asilo e la crescita incontrollata dei posti di lavoro statali», afferma.

Non ci sarà una controproposta ufficiale - Nel frattempo, il Consiglio federale si attiene alla sua linea. Il ministro della Giustizia Beat Jans (PS) punta su procedure di asilo più rapide e su una migliore integrazione delle famiglie di espatriati nel mercato del lavoro. Non ci sarà dunque una controproposta ufficiale all'iniziativa dei 10 milioni.

Resta da vedere se in parlamento ci sarà una maggioranza a favore della tassa sull'immigrazione. È probabile che il dibattito si concluda nei prossimi mesi.

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