Dall'origine o, meglio, dalle possibili origini del nome alle lunghe file, dal conto dei morti all'importante fatturato
ZURIGO - Il commercio al dettaglio svizzero è in piena febbre da Black Friday ormai da una settimana. La guerra degli sconti iniziata lunedì arriva però oggi alla battaglia finale: il Black Friday vero e proprio.
Ma com’è arrivata in Svizzera questa usanza tutta americana? E quali sono i miti da sfatare su questo folle venerdì di shopping che segue il Giorno del Ringraziamento? Ecco sette curiosità che qualcuno potrebbe ancora non conoscere.
L’origine - Si dice che il nome “Black Friday” arrivi direttamente dal linguaggio contabile: in questa giornata i commercianti vendono così bene da rientrare nelle cifre nere (“black”). Un'altra teoria vuole invece che siano stati i poliziotti di Filadelfia a dare il nome a questo evento… per disperazione: il traffico che la corsa ai negozi causava lo rendeva una giornata nera per gli agenti.
Le lunghe file - Ogni anno circolano foto di cacciatori di affari che si mettono in fila fuori dai negozi molto prima della loro apertura. Il record di attesa lo detengono due signore della California: nel 2014 hanno campeggiato per 22 giorni davanti al negozio di elettronica BestBuy per accaparrarsi un televisore superscontato.
L'indotto - Non solo i commercianti approfittano del battage pubblicitario legato al Black Friday. Intorno all’evento fioriscono infatti le più disparate idee commerciali. Un esempio è il servizio di attesa in fila: anziché fare una lunga fila davanti al negozio si paga qualcuno perché la faccia per noi. Negli Stati Uniti questi “segnaposto” umani guadagnano anche 45 dollari l’ora (ca. 45 franchi).
In Svizzera dal 2015 - In Svizzera è il quarto anno che si celebra il Black Friday. Qui, circa un quinto del giro d’affari - ovvero 88 milioni di franchi - viene realizzato dagli shop online, stima la piattaforma dedicata Blackfridaydeals.ch. Persino Tio/20 Minuti quest’anno propone biglietti scontati per i più svariati spettacoli su biglietteria.ch. La maggior parte delle vendite, però, ha luogo dei negozi veri e propri. Del resto, non è stato uno shop online a importare nel nostro Paese il Black Friday, ma la catena di grandi magazzini Manor. Nel 2015, i possessori di Carta Manor ricevevano il 30% di sconto sui loro acquisti.
La violenza - Tutti conoscono le storie dei malati di shopping che perdono la testa e si scagliano contro gli altri clienti. Il contatore online “Black Friday Death Count” fornisce il numero delle vittime: un totale di dieci morti e 111 feriti dal 2010 al 2017. Gli scontri, però, non avvengono sempre mentre si tenta di accaparrarsi l’ultimo apparecchio elettronico a prezzo ridotto. A volte ci si accapiglia infatti semplicemente per l’ultimo posteggio.
Il fatturato - Il Black Friday rappresenta la giornata con il più alto fatturato rispetto a tutti gli altri giorni dell’anno, almeno negli Stati Uniti. Tuttavia non è sempre stato così. Tra il 1993 al 2002 la giornata in cui si vendeva di più era l’ultimo sabato prima di Natale. A livello mondiale, però, la giornata di shopping in cui in assoluto si registra il giro d’affari più alto è il Giorno dei Single in Cina (11 novembre), in occasione del quale anche alcuni negozi svizzeri hanno fatto offerte quest’anno.
Le occasioni - I negozianti propongono ogni tipo di azione per il Black Friday. Molte di queste sono delle vere occasioni, altre no. I commercianti impiegano infatti tutti i trucchi possibili per far sembrare le loro offerte più convenienti di quanto non siano in realtà. Come riporta il Washington Post, ci sono persino alcuni che vendono versioni più scadenti di determinati prodotti che vengono create apposta per il Black Friday.