La palestra di botte dei giovani estremisti? Nel cortile della scuola elementare

Il gruppo di estrema destra «Junge Tat» ha organizzato, all'insaputa dell'autorità, un'esercitazione a Lenk
LENK (BE) - Volano pugni nel cortile e nel campo sportivo della scuola. Ma non si tratta di un litigio fra studenti. I giovani in questione, infatti, fanno parte di «Junge Tat», il gruppo di estrema destra. Quella che stanno svolgendo è, a tutti gli effetti, un’esercitazione.
Le simulazioni di scontri fisici - L’episodio è accaduto a fine aprile nell’istituto elementare di Lenk, nel Canton Berna, ed è documentato da un video pubblicato sul canale Youtube. Secondo quanto dichiarato da «Junge Tat», durante l’evento si sarebbero esercitati nella simulazione di scontri fisici.
Una quarantina i partecipanti: «Dobbiamo difenderci» - La formazione si è svolta nell’ambito di un “weekend di attivismo” cui hanno partecipato circa 40 persone. Il programma comprendeva lezioni di politica, arti marziali, arrampicata e un workshop su come scendere in piazza. «Purtroppo, durante le manifestazioni veniamo attaccati continuamente», spiegano i responsabili alla SRF. Il gruppo non ha richiesto alcuna autorizzazione per l’addestramento: probabilmente perché sapeva che non l’avrebbe ottenuta.
«Non avremmo mai concesso l'autorizzazione» - «Ho visto il video», ha spiegato il sindaco René Müller. «Si notano scene di lotta violenta. Ovviamente, non avremmo mai concesso l’autorizzazione se ce l'avessero chiesta». Le autorità sottolineano che, prima della pubblicazione della notizia da parte della SRF, nessuno era a conoscenza dei fatti. «Avviseremo chi affitta alloggi - continua - in caso di richieste provenienti da gruppi, dovranno verificare prima chi sono e da dove provengono».
«Prendiamo le distanze» - In Svizzera il gruppo “Junge Tat” non è vietato, ma in molti posti è indesiderato. Secondo l’esperto Dirk Baier, il gruppo si impegna a cambiare la Svizzera «in un modo incompatibile con la democrazia. Per questo motivo bisogna prenderne le distanze». Secondo Giorgio Andreoli del centro di ascolto “Insieme contro la violenza e il razzismo”, campi di addestramento come quello di Lenk non sono frequenti, «ma sono in aumento. Forse non si possono impedire completamente. Però come comunità possiamo alzarci in piedi e dire: non lo vogliamo».
L'episodio ticinese - nell'ottobre 2023, lo ricordiamo, il gruppo si era reso protagonista di un Blitz a Bellinzona.