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SVIZZERA«Lavoro al 200% in tre lavori, e il mio datore non ne sa nulla»

23.08.22 - 21:35
Un 26enne con grandi sogni e la sua vita con il lavoro al centro, che a questi regimi è illegale.
IMAGO/Sguardo russo
«Lavoro al 200% in tre lavori, e il mio datore non ne sa nulla»
Un 26enne con grandi sogni e la sua vita con il lavoro al centro, che a questi regimi è illegale.
Lui: «Risparmio per un futuro all'estero e pago le tasse su tutto». L'esperto: «Viola la legge sul lavoro e non ha rispetto per l'azienda».

ZURIGO - Poco tempo libero, quasi nessuna vacanza, praticamente solo lavoro: per molti giovani svizzeri, non è proprio una vita a cui anelare.

La pensa diversamente Kevin*, 26enne zurighese, che all'impiego in una nota azienda elvetica ne unisce... altri due nell'ambito della ristorazione: «In totale, lavoro quasi al 200%», racconta a 20 Minuten, «solo a giugno ho lavorato circa 330 ore, di cui circa 180 per il datore di lavoro principale».

Quest'ultimo, conferma il ragazzo, non sa nulla dei suoi impieghi secondari: «Rischio di essere scoperto ogni giorno. In quel caso è probabile che io venga licenziato». 

Il 26enne è consapevole di fare qualcosa d'illecito. Ciononostante, non vuole abbandonare il suo settore: «La mattina e il pomeriggio lavoro in ufficio, la sera al ristorante. Mi piace che siano due cose differenti».

In totale, guadagna fino a 9'000 franchi al mese, al netto delle detrazioni. Ogni anno presenta all'ufficio delle imposte le tre buste paga: «Pago le imposte e i contributi AVS su tutto, come tutti».

Solo 3 ore di sonno

La mancanza di tempo libero non è una gran perdita per Kevin: «Mi piace lavorare nel settore della ristorazione. Mi sono fatto diversi amici». Anche il sonno è secondario per il 26enne: «Dormo in media tre ore a notte. Se mi sento stanco durante il giorno, al massimo faccio una turbosiesta».

Lo svizzero giustifica le sue peculiari abitudini lavorative anche con i suoi progetti per il futuro: «Mi sento in grado di lavorare più del 100%. Ho anche intenzione di lasciare il Paese quando avrò compiuto a 35 anni. Per questo, voglio guadagnare abbastanza soldi ora e risparmiare in modo da portare avanti questo progetto con più sicurezze».

«Il dipendente rischia il licenziamento»

Secondo Roger Rudolph, esperto di diritto del lavoro e professore all'Università di Zurigo, gli attuali del 26enne violano diverse delle leggi sul lavoro vigenti.

«Secondo il diritto del lavoro svizzero, il limite massimo dell'orario di lavoro è di 45-50 ore settimanali. Questo vale per tutte le attività nel loro complesso», nel caso di Kevin, l'orario effettivo è di gran lunga superiore a quello consentito.

Inoltre, il 26enne avrebbe dovuto informare il datore di lavoro - cioè la nota azienda svizzera - dei suoi altri impieghi, spiega Rudolph. «Questo è l'unico modo in cui il datore di lavoro può intervenire e stabilire una situazione conforme alla legge. Il dipendente ha un dovere di lealtà nei confronti dell'azienda».

Allo stesso modo, Rudolph spiega che il dipendente da contratto ha il dovere di presentarsi al lavoro sufficientemente riposato per poterlo svolgere adeguatamente. «Nel caso in questione il comportamento del dipendente è decisamente discutibile».

Se il 26enne viola il suo dovere d'informazione o non svolge correttamente il suo lavoro perché è sovraccarico, l'azienda potrebbe prendere provvedimenti e provvedere al licenziamento.

* Nome noto alla redazione

Un doppio lavoro per due stipendi

Realtà diffusa negli Stati Uniti, i doppi (o tripli) lavori, sono una tendenza reale anche in Svizzera, come conferma l'esperta di risorse umane Ursula Bergundthal. Gli svizzeri, tuttavia, solitamente integrano una professione principale con una (o più) secondarie, soprattutto nell'ambito della gig economy e della ristorazione. «In ogni caso, non si dovrebbe lavorare più del 100%», afferma Bergundthal, «è consentito solo in casi eccezionali e sporadici, questo perché il rischio di burnout è reale».

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