Sorveglianza telefonica giustificata dall'interesse pubblico
BERNA - Per far luce su gravi reati o ritrovare persone scomparse, la polizia deve avere la possibilità di utilizzare registrazioni telefoniche o messaggi elettronici visto che esiste un interesse pubblico preponderante. Con questa motivazione sono state respinte le istanze di un gruppo di abolire la norma che prevede l'obbligo per i fornitori di servizi di telecomunicazioni conservare per sei mesi i dati relativi alle comunicazioni e alla fatturazione di tutti gli utenti, per poterli eventualmente mettere a disposizione delle autorità di perseguimento penale.
I membri della «Digitale Gesellschaft Schweiz» (Società digitale) avevano inviato sei richieste in questo senso al Servizio Sorveglianza della corrispondenza postale e del traffico delle telecomunicazioni (Servizio SCPT).
La legislazione attuale - precisa un comunicato del Dipartimento federale di giustizia e polizia - prevede la conservazione dei dati e l'eventuale trasmissione alle autorità competenti nell'ambito di procedure penali o della ricerca di persone scomparse. "Non si tratta dei contenuti, ma esclusivamente dei dati riguardanti i partecipanti, il momento, la durata, il luogo e i mezzi tecnici della comunicazione", spiega la nota.
La polizia e i pubblici ministeri non hanno libero accesso a questi dati e possono consultarli soltanto a determinate condizioni. Nei procedimenti penali e nelle procedure d'assistenza giudiziaria la sorveglianza può essere ordinata soltanto se sussiste il sospetto fondato che sia stato commesso un crimine o un delitto. Inoltre, la gravità del reato deve giustificare la sorveglianza. Infine, è necessario che le operazioni d'inchiesta già svolte non abbiano dato esito positivo o che altrimenti le indagini risulterebbero vane o eccessivamente difficili. Questi requisiti vengono verificati per ogni singolo caso da un giudice. Per un totale di 725'678 reati commessi nel 2013, sono state ordinate solo 10'860 misure di questo tipo, afferma il DFGP.
Ats




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