Non riusciamo più a farne a meno: la dipendenza da smartphone colpisce anche mamma e papà

Secondo un sondaggio, la cosiddetta "nomofobia" dilaga soprattutto tra i 16 e i 35 anni. I sintomi? Nervosismo, stress, irrequietezza e isolamento sociale.
Secondo un sondaggio, la cosiddetta "nomofobia" dilaga soprattutto tra i 16 e i 35 anni. I sintomi? Nervosismo, stress, irrequietezza e isolamento sociale.
ZURIGO - La paura di restare senza cellulare ha la Svizzera saldamente in pugno: oltre il 70% della popolazione mostra segni da moderati a pronunciati di «nomofobia». La dipendenza è particolarmente elevata tra i 16 e i 35 anni: quasi il 50% di questa fascia di età soffre di evidenti sintomi di stress. Sorprende però che anche i genitori con figli in casa mostrano segni di dipendenza dallo smartphone significativamente più forti rispetto a chi non ha figli. È quanto emerge da un sondaggio rappresentativo di Comparis, condotto nel mese di ottobre dall’istituto di ricerche dimercato Innofact su incarico di comparis.ch; ha coinvolto 1’045 persone in tutte le regioni della Svizzera.
«Per i genitori, lo smartphone non è più un semplice mezzo di comunicazione, ma uno strumento indispensabile per coordinare appuntamenti, scuola ed emergenze. Spegnere il dispositivo diventa un lusso che molti non possono più permettersi», afferma Jean-Claude Frick, esperto Comparis in tecnologie digitali.
Solo il 22% può stare senza - Solo il 22,1% degli intervistati mostra lievi segni di nomofobia. Il confronto per fasce d’etàevidenzia una netta differenza: tra gli over 56, il 35,3% non dipende dal proprio cellulare. Nella fascia di età 36-55 la percentuale è del 22,4%, mentre solo il 10,0% dei 16-35enni può farne a meno. Allo stesso modo, le economie domestiche senza figli presentano segni lievi più spesso rispetto a quelle con figli (24,7% contro 17,0%).
Il restante 77,9% degli intervistati mostra segni più forti di dipendenza dallo smartphone. Questi si manifestano con nervosismo, stress, irrequietezza, isolamento sociale e comportamento compulsivo di controllo non appena l’accesso al dispositivo o alle informazioni è limitato.
«Strumento indispensabile per i genitori» - Il 34,6% degli intervistati mostra segni evidenti. A essere particolarmente colpiti sono i più giovani: nella fascia di età dai 16 ai 35 anni la percentuale è del 45,4%. Nella fascia di età dai 36 ai 55 anni, la percentuale scende al 33,8%, mentre nel gruppo di età superiore ai 56 anni si attesta al 23,8%. Le economie domestiche con figli mostrano una percentuale più alta (40,0%) rispetto a quelle senza figli (31,8%).
Un ulteriore 6,5% degli intervistati mostra addirittura una nomofobia pronunciata. Anche in questo caso si nota un netto aumento tra le generazioni più giovani e le famiglie con bambini.
«Per i genitori, lo smartphone non è più un semplice mezzo di comunicazione, ma uno strumento indispensabile per coordinare appuntamenti, scuola ed emergenze. Spegnere il dispositivo diventa un lusso che molti non possono più permettersi», afferma Jean-Claude Frick, esperto Comparis in tecnologie digitali.
Questa tendenza è confermata dal comportamento quotidiano: il 37,0% delle persone con figli dichiara di portare sempre con sé il proprio smartphone per essere costantemente raggiungibile. Un chiaro indizio della pressione organizzativa nella vita familiare quotidiana.
Il sintomo più comune: paura di perdere messaggi o chiamate - Il sintomo più comune della dipendenza da smartphone è il controllo costante del dispositivo. Più della metà degli intervistati (51,9%) afferma di controllare spesso il proprio smartphone per non perdere messaggi o chiamate.
Oltre un terzo degli intervistati (35,3%) si sente sotto stress quando non ha lo smartphone con sé. Il 35,1% dei partecipanti al sondaggio preoccupa persino solo al pensiero di passare del tempo senza il proprio smartphone. Quasi un terzo (32,6%) si innervosisce quando la batteria è quasi scarica. Circa il 30,3% degli intervistati porta sempre con sé il proprio smartphone. E il 29% interrompe regolarmente le attività per guardare lo smartphone.
«I risultati mostrano che molte persone sono emotivamente molto legate al proprio smartphone. Per ridurre lo stress associato, possono essere utili pause consapevoli, come serate senza schermo o un giorno senza cellulare a settimana. Chi impara a rimanere offline più spesso non solo trova più tranquillità, ma anche più attenzione per ciò che conta nella vita reale», afferma Frick. a settimana. Chi impara a rimanere offline più spesso non solo trova più tranquillità, ma anche più attenzione per ciò che conta nella vita reale», afferma Frick. a settimana. Chi impara a rimanere offline più spesso non solo trova più tranquillità, ma anche più attenzione per ciò che conta nella vita reale», afferma Frick.




