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LOCARNO

«In vasca siamo animali da competizione, non ci sono amici»

«L’amore? Stare insieme a uno sportivo di alto livello non è semplice. Però io sono fortunato e felice»
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«In vasca siamo animali da competizione, non ci sono amici»
«L’amore? Stare insieme a uno sportivo di alto livello non è semplice. Però io sono fortunato e felice»
Da oggi, martedì, Noè sarà impegnato a Lublino negli Europei in vasca corta.
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LOCARNO - Allenamenti, pressioni, grandi competizioni e poi ancora, in ordine sparso, famiglia, impegni istituzionali e con i media, amici, obblighi con gli sponsor e amore. Il presente di Noè Ponti è intenso, come un calendario senza spazi vuoti.

E in tutto ciò il campione ticinese ci sguazza - mai verbo fu più azzeccato - a meraviglia. È presissimo, è vero, ma il viaggio se lo sta godendo appieno. Certo, andare a cento all’ora non gli ha ancora permesso di programmare un futuro fuori dalla piscina, ma il tempo per rimediare non manca.

«A dire il vero ci penso - ci ha interrotti proprio il 24enne ticinese - solo che non è decisamente semplice, tenendo conto dei miei ritmi. A quanto elencato, si deve aggiungere un altro “impegno”: in quanto sportivo professionista devo anche poter riposare, ricaricare le batterie. Potete dunque capire come il tempo sia davvero limitato. Comunque la prossima primavera ho intenzione di cominciare qualcosa con la scuola, anche se un’idea precisa di dove arrivare ancora non me la sono fatta. Sicuramente mi piacerebbe rimanere nel mondo dello sport e per quanto fatto finora qualche vantaggio ce l’ho: spero di poter sfruttare quello che mi sono creato». 

Una direzione precisa va presa, anche se la data di scadenza della carriera sembra ancora piuttosto lontana.
«Si ragiona per cicli olimpici. Con il mio team, salute permettendo, ci siamo prefissati di arrivare a Los Angeles (nel 2028, ndr). Poi ci metteremo attorno a un tavolo e faremo una riflessione. Anche se credo che la possibilità di andare avanti non mancherà».

In vasca, per qualche centesimo di secondo, puoi rovinare la giornata a qualcuno o qualcuno può rovinarla a te. La rivalità non ti permette di avere amici?
«Ci sono avversari con i quali ho un legame più stretto e altri con i quali ho una normale conoscenza. Poi, quando si entra in vasca, siamo animali da competizione, non ci sono amici. L’obiettivo è vincere, battere tutti. Certo, non sempre è possibile. In quei casi, se davanti a te finisce uno che ti sta simpatico e con cui vai d’accordo, va quasi bene. Non dico che gioisci per quei trionfi, perché il nostro lavoro è primeggiare e quindi non puoi essere contento della tua prestazione, ma in fondo va bene. Se invece c’è qualcun altro, probabilmente ti gireranno le scatole».

Tra piscina e palestra, aerei e alberghi, portare avanti una relazione è complicato?
«Stare insieme a un nuotatore o comunque uno sportivo di alto livello non è molto semplice. Però io sono fortunato e felice: anche Anna Chiara (Mascolo, nuotatrice della nazionale italiana) ha una vita simile alla mia e obiettivi importanti. Capisce quella che è la mia routine, che poi è anche la sua. Così è più facile. Vero, non riusciamo a vederci sempre e gestire un rapporto a distanza non è sempre facile, ma la cosa funziona».

Le medaglie hanno portato popolarità. La popolarità è difficile da gestire? La spesa, per essere chiari, puoi farla tranquillamente?
«In Ticino mi conoscono in tanti ma anche a Zurigo capita spesso che mi fermino. Ogni volta che sono andato al ristorante, pensandoci, ho incontrato almeno una coppia che mi ha salutato e fatto i complimenti. È bello, fa piacere, significa che alla fine qualcosa di importante l’hai fatto. Sia per te che per il tuo sport. Poi ovviamente ci sono anche periodi dove vuoi star tranquillo e allora… eviti. Si sta a casa. Ma va bene, fa parte del gioco. Con il tempo impari a gestire al meglio tutto quanto».

Tutto ruota sempre intorno al tempo. Che sia il “crono” o la quotidianità. Ma di tempo libero…
«Ne ho. Quello del pisolino pomeridiano, per esempio. Detto ciò, diciamo che ho imparato a ritagliarmelo, soprattutto nell’ultimo anno. Tempo per vedere gli amici, per fare le mie cose. Ovviamente non puoi pensare di strafare, di uscire sempre: devi imparare anche a negarti a qualcuno o anche a te stesso, però tutto si può fare. Credo sia importante riuscire a trovare un equilibrio tra tutto».

Negarsi vuol dire anche rinunciare. Ci sono rinunce che ti pesano tantissimo?
«Onestamente? No. Niente. Ho dovuto dire dei “no” ma fa parte del gioco. Sono felice di quello che faccio e dunque non c’è qualcosa che ritengo una privazione».

I tanti viaggi lavorativi sono sempre aeroporto-albergo-piscina o c’è lo spazio per fare il turista?
«Non posso permettermi di passare giornate intere a visitare, ma un po’ riesco a guardare. Solitamente alle varie competizioni si arriva un po’ prima e ci si ferma uno-due giorni dopo; ne approfitto sempre. Tra i luoghi più belli visti dico l’Australia. Un posto dove tornerò di sicuro è invece il Giappone dove, dopo i Mondiali di Fukuoka del 2023, con Roman (Mityukov) abbiamo fatto un bel giro visitando Kyoto e Tokyo».

Tanto mondo, ma anche tantissimo Ticino. Per i legami con le persone, la normalità, anche le strutture, potrebbe esistere un Noè Ponti senza questa terra?
«Il Ticino è sempre stato il mio centro di gravità. Tornare a casa per me è importante. Qui sto bene. È bello. È perfetto. Poi come andranno le cose, quello che accadrà tra qualche anno… lasciamoci stupire».

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