«Mi volevano aiutare… ma mi hanno derubato»

Triplicati i casi di chiamate fraudolente in un solo anno. «Sempre più persone si fingono poliziotti o giudici»
BERNA - «Ho avuto dei dubbi. Però mi hanno detto che volevano solo aiutarmi. E alla fine ho pagato il denaro richiesto».
La testimonianza, raccolta dalla SRF, è di una cittadina argoviese. Lei, come tante altre persone, è caduta vittima di una truffa telefonica. L’Ufficio federale della cybersicurezza (UFCS) ha contato lo scorso anno 41'188 tentativi di truffa – oltre 100 al giorno. L’ufficio sottolinea che i criminali agiscono su diversi canali: oltre alle telefonate, inviano e-mail, messaggi di testo o lettere. Secondo l'Ufficio federale di statistica, tra il 2023 e il 2024 i tentativi sono cresciuti del 18 percento.
Le chiamate shock hanno ormai soppiantato la truffa del falso nipote. Oggi, i malviventi si spacciano sempre più per poliziotti, giudici, medici o procuratori. Anche i dati lo confermano: il numero di «chiamate a nome di false autorità» si è triplicato in un anno, secondo quanto rileva l’UFCS.
La truffa telefonica riguarda tutte le fasce d’età, spiega Andrea Abderhalden, polizia del canton Argovia: «Posso immaginare che si tenti soprattutto con le persone anziane, pensando che sia più facile ingannarli». Però, continua il poliziotto, «può capitare a chiunque. Basta trovarsi in un momento di difficoltà personale e si può diventare vittima». Non bisogna dimenticare «quanto siano bravi a manipolare i criminali. Spesso si prendono il tempo di instaurare un rapporto di fiducia con la vittima prima di avanzare richieste».




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