Quattro giorni a scuola, ma solo sei settimane di vacanza: l'idea per una scuola nuova

Il progetto di un comune bernese per venire in contro alle famiglie e offrire «più tempo di qualità per tutti» catalizza l'interesse. Capiamo assieme come funziona e come si svolgerà.
BELP (BE) - Il comune bernese di Belp vuole sperimentare un nuovo modello di assistenza all’infanzia e di insegnamento chiamato “scuola annuale” (Jahresschule).
Con questo sistema, i bambini trascorrerebbero a scuola solo quattro giorni, dalle 8:00 alle 16:30, insieme a insegnanti e personale ausiliario. In cambio, le ferie scolastiche verrebbero ridotte dalle attuali 13 a 6 settimane l’anno. A riferirne è la Berner Zeitung.
L’idea, promossa da Daniela Schädeli, responsabile del Dipartimento Famiglia e Istruzione della cittadina, «non modifica il numero di ore di lezione, ma ridistribuisce i periodi di pausa: due settimane di vacanza in estate e a Capodanno, una settimana in primavera e una in autunno».
Secondo Schädeli, questo modello permetterebbe giornate scolastiche più interdisciplinari e offrirebbe alle famiglie «una migliore organizzazione olistica» e «più tempo di qualità assieme». Con un weekend lungo ogni settimana e un'estate non così impattante sulle vite lavorative di mamme e papà.
Un istituto scolastico fungerà da sede pilota per il progetto. Perché questo possa essere attivato serviranno almeno 18 iscrizioni. Il personale che si occuperà di seguire gli allievi è ancora in corso di selezione.
Dopo circa 18 mesi, l’Alta Scuola Pedagogica di Berna effettuerà una prima valutazione: se i risultati saranno negativi, il test si concluderà dopo tre anni (quindi a conclusione del ciclo) se positivi, si proseguirà per sei anni. Affinché la modalità possa diventare ufficiale sarà però necessaria una modifica della Legge cantonale.
Accanto ai vantaggi, Schädeli cita anche alcuni rischi: più tempo passato insieme richiede un maggior coordinamento all'interno del team scolastico e una maggiore attenzione nei confronti di bambine e bambini. Per esempio in caso finiscano per emergere situazioni di bullismo oppure conflitti fra gli scolari. È quindi essenziale «una solida preparazione del personale».
Belp fa da apripista e potrebbe diventare un modello per altri comuni, che hanno già mostrato interesse. «Francamente ci chiediamo come mai nessuno ci abbia pensato prima», afferma il sindaco Stefan Neuenschwander.
Anche Michelle Jutzi, ricercatrice dell’Alta Scuola Pedagogica, sostiene il progetto: «In un sistema che cambia lentamente serve coraggio per introdurre nuovi modelli. La domanda di programmi scolastici a tempo pieno è in crescita e un giorno libero aggiuntivo può offrire più tempo alle famiglie. Per i bambini, inoltre, la presenza costante nello stesso ambiente favorisce stabilità e continuità, aspetti positivi per molti di loro», conclude.



