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Mamma, moglie e parenti della Sicilia "al lavoro" sul cantiere dell'ospedale

Ecco chi risultava tra i finti dipendenti inseriti nelle fatture della Belfor di Lumino. Fregato anche l'EOC.
Tipress (simbolica)
Mamma, moglie e parenti della Sicilia "al lavoro" sul cantiere dell'ospedale
Ecco chi risultava tra i finti dipendenti inseriti nelle fatture della Belfor di Lumino. Fregato anche l'EOC.

LUGANO - Gli imputati del caso Belfor «hanno bruciato onestà, rispetto e fiducia sull’altare della vanità. Erano persone apprezzate professionalmente, che percepivano stipendi elevati», eppure hanno buttato tutto così. A dirlo, questo pomeriggio alle Assise criminali di Lugano, è stata la procuratrice Chiara Borelli.

La pubblica accusa si è quindi focalizzata sulla truffa ai danni di Helvetia, che sarebbe stata messa in atto dai vertici della Belfor di Lumino in combutta con un ispettore sinistri dello stesso colosso assicurativo.

Oltre due milioni di lavori mai effettuati - «Un inganno, questo, che ha permesso un ottenimento illecito di lavori per più di 11 milioni di franchi. E di questi, 2 milioni e 250mila sono riferiti a lavori completamente inesistenti, mai effettuati», ha sottolineato la procuratrice.

«Completamente menzognero» - L'ispettore di Helvetia alla sbarra, dal canto suo, «ha sempre cercato di nascondersi e coprirsi le spalle, spesso riversando la colpa solo sul perito esterno». La pubblica accusa ha però precisato che «come confermato da Helvetia, l'impiego del perito non è un must: si può anche rinunciarvi del tutto o impiegarlo solo per una parte del lavoro. I giovani ispettori con poca esperienza tendono a chiamare il perito per tutti i casi, ma la situazione è ben diversa per un ispettore sinistri del calibro dell'imputato. Lui era espressamente autorizzato a prendere tutte queste decisioni, anche senza il riscontro di un perito o di un superiore».

L'ispettore di Helvetia, secondo la pubblica accusa, «è quindi completamente insincero e menzognero. Emergono crasse menzogne sulla figura del perito, sui lavori e sui favori ricevuti».

Il finto personale sul cantiere dell'EOC - La procuratrice si è quindi focalizzata su un cantiere specifico, e di un certo peso, assegnato alla Belfor: un cantiere dell'EOC. Nel 2017 nelle cucine dell'Ospedale di Bellinzona era infatti scoppiato un incendio e il mandato per effettuare i lavori di risanamento era stato affidato proprio alla ditta con sede a Lumino.

«Nella lista del personale impiegato abbiamo trovato la mamma di uno, la suocera dell'altro, la moglie, i parenti in Sicilia, qualche marito,...», ha spiegato Borelli. «Ma oltre a questi dipendenti inesistenti, nella lista erano stati inseriti anche dipendenti occupati su altri cantieri».

L'ispettore di Helvetia, nei suoi rapporti, «indicava inoltre che andavano fatti dei lavori costosi, con 12 persone impiegate 12 ore al giorno, anche il sabato e la domenica».

Lavori "di favore" - Intanto il direttore di Belfor «si è messo al completo servizio dell'ispettore di Helvetia», facendogli una ristrutturazione completa della casa. «Gli ha rifatto la cucina, la doccia e i sanitari e gli ha comprato dei mobili nuovi. Tutto questo gratis. E noi dovremmo credere che l'ha fatto così, per un regalo d'affetto?!», ha concluso la procuratrice.

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