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Fatture gonfiate, finti dipendenti e regali a gogo

Nuovi dettagli nel caso della maxitruffa Belfor e dei milioni andati in fumo. E parlano gli imputati.
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Fatture gonfiate, finti dipendenti e regali a gogo
Nuovi dettagli nel caso della maxitruffa Belfor e dei milioni andati in fumo. E parlano gli imputati.

LUGANO - Fatture gonfiate o fasulle. Personale fittizio e regali a destra e a manca. Sono questi, in estrema sintesi, gli elementi che girano intorno al caso della maxi-truffa della Belfor di Lumino.

E a parlarne, oggi pomeriggio alle Assise criminali di Lugano, sono stati gli imputati stessi.

L'ex direttore della filiale di Lumino, in particolare, ha confermato che «venivano allestiti ordini fittizi per creare costi che in realtà non esistevano» e che «è stato manipolato il costo dei macchinari per creare margini o extra-margini». Ammessa anche la concessione di regali e vantaggi per ispettori assicurativi e periti esterni.

«Non so come è iniziato» - «Come è nata l'idea di fare queste malversazioni?», gli ha chiesto il giudice Amos Pagnamenta. «Ci sono stati degli errori, ma non saprei definire un vero punto di inizio e da chi è nato il tutto», ha replicato lui.

Stesso discorso per il fratello, che nel 2023, al momento dello scoppio del caso, era responsabile di filiale della Belfor. «Sì, ho iniziato a maggiorare le fatture su indicazione del direttore. Non so dire da dove è partita l'idea. Mi sono trovato in quella situazione e ho sbagliato».

Un finto operaio per "oliare" l'ispettore assicurativo - Il 41enne ha inoltre confermato che, come suo fratello, era azionista di Sublimity, ditta interinale che i due utilizzavano per raccogliere denaro illecito. «Veniva erogata una busta paga per il figlio dell'ispettore di Helvetia assicurazioni, come fosse un operaio», ha dichiarato in aula. «Io ho chiesto spiegazioni e il direttore mi ha detto che veniva erogata come compenso per i favori che ci faceva».

La direttrice di Sublimity, dal canto suo, ha convenuto che venivano fatturate ore fittizie e ha ammesso anche di essersi personalmente appropriata di somme della società.

Il capoprogetto della Belfor ha poi confermato che «sono stati svolti dei lavori a casa dell'ispettore di Helvetia, i cui costi sono stati caricati su altri cantieri».

«Non ho vizi. I soldi sono finiti nelle spese quotidiane» - «Ho dato il via libera a maggiorazioni di sinistri in cambio di benefit e vantaggi personali», ha riconosciuto invece il caposervizio sinistri della Mobiliare. «Preciso però che questi soldi sono stati spesi nella vita quotidiana e nelle attività sportive dei miei figli. Non ho vizi né di gioco, né di droga, né di sesso».

Un Iphone, lavori gratuiti e lo stipendio per il figlio - L'ispettore sinistri di Helvetia ha poi ammesso di aver ricevuto uno stipendio fittizio per suo figlio, nonché di aver ricevuto regali come un Iphone, lavori gratuiti per la sua abitazione e somme in denaro. Ma, per quanto riguarda i sinistri, ha precisato che «in questi casi importanti era sempre presente anche un perito esterno».

«Ho ceduto alla tentazione prendendo i soldi e accettando quanto proposto dal direttore», ha aggiunto. «Non c'è stata però nessuna compartecipazione, non sapevo di fatture gonfiate e di personale fittizio. Assolutamente no».

«Ma come ha fatto a non accorgersi di queste maggiorazioni se aveva un'esperienza professionale decennale?», gli ha chiesto il giudice Pagnamenta. «Era compito del perito controllare sia bollettini che fatture. Non era compito mio».

I risarcimenti - I sette imputati che hanno trovato un accordo con la procuratrice pubblica, intanto, non contestano i risarcimenti chiesti da Helvetia, Mobiliare, Basilese, Zurich e Axa. Per quanto riguarda invece Belfor Svizzera, si chiede che la questione venga rinviata al foro civile, in quanto gli imputati ritengono che vi sia una concolpa da parte dell'azienda.

Per quanto riguarda infine un'eventuale espulsione degli accusati non rossocrociati (tre cittadini italiani) la procuratrice pubblica ha dichiarato che non la chiederà.

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