Rapiti dalla mamma o dal papà, succede ogni due giorni

Presi e portati al di là della frontiera, malgrado l'affidamento non lo consenta. In Svizzera succede più spesso di quello che si creda e il rimpatrio è lungo e tutto in salita.
BERNA - Un dramma silenzioso che si verifica a cadenza quasi quotidiana, come riportato dalla NZZ, che cita i dati dell'Ufficio federale di giustizia (UFG), ogni due-tre giorni un bimbo viene rapito dalla madre o dal padre e portato oltre frontiera.
Dei 154 casi registrati nel 2024, 90 sono stati perpetrati in Svizzera (con il minore finito all'estero) e 64 all'estero (con la Confederazione come destinazione).
Il rimpatrio verso il genitore che detiene il diritto di affidamento è spesso lungo, complicato e talvolta finisce per incagliarsi nella burocrazia, nei casi peggiori anche per sempre.
Ma come mai succede, e perché sempre di più? Le motivazioni sono tante e complesse, una, in particolare, è l'aumento delle coppie formate da due persone di nazionalità diversa.
Nei casi di separazione o divorzio, quando uno dei coniugi decide di tornare nel Paese d'origine, spesso lo fa anche se magari non ha l'affidamento esclusivo della prole ma solo l'affidamento congiunto.
Questo spiegherebbe anche come mai il biennio pandemico abbia effettivamente "congelato" il fenomeno, che negli anni successivi è però cresciuto in maniera costante.
L'identikit del rapitore tipo non è quello che vi aspettereste, non sono i papà a sottrarre più spesso i loro figli, ma le madri (l'incidenza è del 75%) che decidono di migrare all'estero con i loro bimbi.
Al di là delle motivazioni alla base delle decisioni e dei singoli casi, se è in atto un affidamento congiunto, per il Codice penale svizzero si tratta sempre e comunque di sottrazione di minore.
Dovrebbero essere 6 settimane che spesso diventano 6 mesi: la Svizzera, come altri 100 Paesi, ha firmato nel 1980 la convenzione dell'Aja per la tutela dei minori, questa sancisce che il bimbo o la bimba sottratti devono ritornare nel Paese d'origine entro 6 settimane, altrimenti «rischia l'alienazione», fenomeno - questo - che «più è piccolo il minore, più è facile che si manifesti».
La realtà dei fatti è però diversa, come ribadisce l'UFG il tempo medio per un rimpatrio è di 4-6 mesi. La motivazione di questo ritardo è legata ai ricorsi presentati nei tribunali esteri (che possono anche avere diverse sedi di giudizio) così come la consuetudine nella collaborazione internazionale tra le nazioni coinvolte.
In questo senso la Svizzera può essere considerata un Paese “lento”, anche in confronto ad altre realtà. Le statistiche mostrano che Paesi come Germania, Inghilterra e Norvegia risolvono i casi più rapidamente, pur affrontando gli stessi problemi delle autorità confederate.
Ciò è dovuto, tra le altre cose, all’esistenza di tribunali specializzati in diritto di famiglia internazionale, a procedure accelerate e a scadenze generalmente più rigide quando si tratta di casi di rapimento di minori.




Su alcuni temi riceviamo purtroppo con frequenza messaggi contenenti insulti e incitamento all'odio e, nonostante i nostri sforzi, non riusciamo a garantire un dialogo costruttivo. Per le stesse ragioni, disattiviamo i commenti anche negli articoli dedicati a decessi, crimini, processi e incidenti.
Il confronto con i nostri lettori rimane per noi fondamentale: è una parte centrale della nostra piattaforma. Per questo ci impegniamo a mantenere aperta la discussione ogni volta che è possibile.
Dipende anche da voi: con interventi rispettosi, costruttivi e cortesi, potete contribuire a mantenere un dialogo aperto, civile e utile per tutti. Non vediamo l'ora di ritrovarvi nella prossima sezione commenti!