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CAMERE FEDERALI

Il Nazionale respinge “200 franchi bastano” e i due controprogetti

Unanime la critica all'iniziativa da parte di tutti i partiti, esclusi i rappresentanti della destra. Storni: «Iniziativa da motosega». Quadri: «Moderata e ragionevole, la SSR non è neutrale».
20min/Marco Zangger
Fonte Ats
Il Nazionale respinge “200 franchi bastano” e i due controprogetti
Unanime la critica all'iniziativa da parte di tutti i partiti, esclusi i rappresentanti della destra. Storni: «Iniziativa da motosega». Quadri: «Moderata e ragionevole, la SSR non è neutrale».

BERNA - "No" all'iniziativa popolare "200 franchi bastano!" (Iniziativa SSR)". Il testo, lanciato da ambienti vicini all'UDC, che chiede di limitare il canone radio-tivù a 200 franchi l'anno dagli attuali 335, è stato bocciato dal Nazionale con con 116 voti contro 74 e 2 astenuti.

Respinte pure l'idea di un controprogetto indiretto voluto dai democentristi e la proposta di un controprogetto diretto preconizzato dai socialisti. Nel corso dei lunghi dibattiti tutti i partiti, tranne l'UDC, hanno criticato l'iniziativa. Anche il Consiglio federale è contrario.

Il dossier passa ora agli Stati.

Una discussione accesa
Visto che si erano proposti ben 76 oratori, le discussioni sono iniziate il primo giorno della sessione, sono proseguite ieri e si sono concluse solo oggi per una durata complessiva di otto ore.

In primis, la Camera del popolo era chiamata ad esprimersi sull'iniziativa popolare presentata dall'UDC, dall'Unione svizzera delle arti e mestieri (USAM) e dai Giovani PLR. Oltre a ridurre il canone a 200 franchi annui, il testo vuole esentare tutte le aziende dall'obbligo di pagare la tassa di ricezione.

La commissione preparatoria del Consiglio nazionale proponeva a larga maggioranza di respingere l'iniziativa. A suo avviso, l'offerta giornalistica di qualità della SSR che copre tutte e quattro le regioni linguistiche è essenziale per la coesione nazionale e la democrazia diretta.

Secondo la commissione, la riduzione del canone richiesta comporterebbe un massiccio calo della qualità dell'offerta radiotelevisiva svizzera. Tale riduzione non sarebbe inoltre proporzionale allo sgravio finanziario annuo per famiglie e imprese, hanno spiegato i relatori commissionali Delphine Klopfenstein Broggini (Verdi/GE) e Martin Candinas (Centro/GR).

Iniziativa «irrealistica» e «pericolosa», le parole dei deputati ticinesi
Tali argomentazioni sono state riprese dalla maggior parte degli oratori - compresi i consiglieri nazionali ticinesi del PLR, del Centro e della sinistra - intervenuti nei tre giorni di dibattito, i quali hanno definito l'iniziativa "irrealistica" e "pericolosa".

«La SSR è un esempio di federalismo solidale. Anche l'angolo più periferico del Paese, dove si parla una lingua minoritaria, può accedere a contenuti di qualità. Tagliare il canone a 200 franchi significherebbe spegnere una parte importante della nostra diversità linguistica, culturale e informativa», ha dichiarato oggi la consigliera nazionale Greta Gysin (Verdi/TI).

«Si tratta di una tipica iniziativa neoliberista e da motosega», ha rincarato il collega Bruno Storni (PS/TI), secondo il quale «con meno di 1 franco al giorno SRF, RTS, RSI, RTR e Swissinfo creano informazione e approfondimenti in maniera indipendente. La SSR produce e promuove cultura, sport e intrattenimento con un occhio di riguardo alle minoranze».

Marchesi: «Approccio equilibrato» , Quadri: «SSR non è neutrale»
Di parere opposto Piero Marchesi (UDC/TI): «con l'iniziativa '200 franchi bastano!' si propone un approccio equilibrato. Chi vuole più contenuti li potrà acquistare volontariamente, come già oggi facciamo per tanti altri servizi televisivi. Chi invece vuole semplicemente un servizio pubblico essenziale, vale a dire informazione, approfondimento e coesione nazionale, pagherà un canone obbligatorio ridotto e più equo di 200 franchi».

Secondo Marchesi, non è giustificata la paura che ad esempio la RSI sparisca o venga penalizzata: «Il testo dice in modo esplicito che la perequazione finanziaria tra le regioni linguistiche resta garantita».

Tali argomenti sono stati ribaditi dai molti democentristi intervenuti durante il lungo dibattito, nonché da qualche liberale-radicale.

Secondo Lorenzo Quadri (Lega/TI), «l'iniziativa '200 franchi bastano' è un'iniziativa moderata e ragionevole, non è estrema come poteva essere l'iniziativa 'No Billag' che prevedeva l'azzeramento del canone. A suo avviso, «l'informazione SSR non è neutrale; è orientata e spesso apertamente ideologica. Un'ampia maggioranza dei giornalisti si identifica con posizioni di sinistra».

Secondo Quadri, la SSR non rispetta quindi gli impegni presi dopo la votazione "No Billag".

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