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GUERRA COMMERCIALE

31% in più per il "made in Switzerland": «Ci siamo dentro fino al collo»

Da domani i prodotti elvetici negli Stati Uniti costeranno quasi un terzo in più. Un grosso problema per un'economia piccola come la nostra.
Ti-Press
Fonte ats
31% in più per il "made in Switzerland": «Ci siamo dentro fino al collo»
Da domani i prodotti elvetici negli Stati Uniti costeranno quasi un terzo in più. Un grosso problema per un'economia piccola come la nostra.

BERNA - La vertenza globale sui dazi è in pieno svolgimento e l'economia svizzera ci è dentro fino al collo: da domani i prodotti "made in Switzerland” saranno soggetti a un'imposizione del 31% negli Stati Uniti.

Ciò avrà conseguenze a livello macroeconomico, spiega Rudolf Minsch, capo economista di Economiesuisse, all'agenzia Awp. «Come piccola economia aperta, la Svizzera non può sfuggire agli sviluppi in atto». A suo avviso l'insicurezza innescata dalle mosse dell'amministrazione di Donald Trump ha chiaramente peggiorato il contesto. Il problema principale al momento è la «palpabile incertezza», che rende quasi impossibile per le aziende pianificare e fare investimenti.

«Se i dazi dovessero rimanere a un livello elevato nel medio termine la crescita economica globale ne risentirebbe, l'inflazione aumenterebbe e i margini delle aziende diminuirebbero», sostiene Minsch, parlando di «prospettive non buone» nel complesso. «La probabilità di recessione a livello globale e svizzero sta crescendo».

Secondo l'esperto vi sono però anche segnali di speranza. «Ad esempio il fatto che molte aziende esportatrici elvetiche operino principalmente in nicchie potrebbe attenuare le conseguenze negative». I loro prodotti, alcuni dei quali altamente specializzati, non sono così facili da sostituire.

L'industria metalmeccanica ed elettrica svizzera (MEM) è però preoccupata: sebbene solo il 15% dei prodotti del ramo sia esportato negli Stati Uniti, chiunque è presente sul mercato americano deve fare un esame della situazione e, se necessario, cercare alternative, osserva Noé Blancpain, portavoce dell'associazione di categoria Swissmem. A breve termine viene considerato necessario anche un aiuto da parte del mondo politico. «Per sostenere l'industria, la guerra commerciale deve essere riconosciuta come una giustificazione per il lavoro ridotto e la durata massima delle indennità deve essere estesa a 24 mesi il più rapidamente possibile».

Dello stesso parere è Swissmechanic, l'organizzazione delle piccole e medie imprese del ramo. La situazione attuale è davvero preoccupante, afferma il presidente Nicola Tettamanti. La Svizzera ha comunque un sistema economico solido, diversificato e soprattutto competitivo. Il professionista non crede quindi a una profonda recessione: il paese ha sempre dimostrato di essere resistente alle crisi, «finché i punti di forza fondamentali come la forza innovativa e la stabilità delle condizioni politiche rimangono intatti».

Se però i mercati internazionali continueranno a indebolirsi nel medio termine alcune aziende - in particolare quelle manifatturiere - potrebbero trovarsi ad affrontare un calo dei margini e una riduzione degli ordinativi. Questo potrebbe portare a una riduzione del personale e delle attività: anche il presidente di Swissmechanic chiede quindi di estendere a due anni la durata del diritto al lavoro ridotto.

Il fatto che la Svizzera, in quanto economia fortemente orientata all'esportazione, non possa sfuggire agli sviluppi globali è particolarmente vero per il settore della tecnologia medica, chiosa Adrian Hunn, direttore dell'associazione settoriale Swiss Medtech. Molte imprese elvetiche sono comunque specializzate in mercati di nicchia. «Questi offrono un certo grado di protezione, poiché i prodotti sono difficilmente sostituibili». Il sostegno è comunque solo limitato se «l'incertezza paralizza le decisioni di investimento e le barriere commerciali aumentano». Molte ditte segnalano già una maggiore difficoltà di pianificazione e un comportamento esitante da parte dei clienti. Il 23% delle esportazioni medtech svizzere è attualmente destinato agli Stati Uniti.

L'industria farmaceutica, che rappresenta più della metà dell'export elvetico, occupa un posto speciale nell'intera questione. Finora i medicinali sono stati esentati dalle imposizioni tariffarie. «Anche se allo stato attuale i prodotti farmaceutici non sembrano essere direttamente interessati dai nuovi dazi statunitensi, le misure stanno causando una notevole incertezza generale», sottolinea Stephan Mumenthaler, direttore dell'associazione di categoria Scienceindustries. Sul medio periodo un conflitto commerciale duraturo o addirittura inasprito potrebbe anche indurre le aziende a guardare con maggiore attenzione a mercati di vendita e di approvvigionamento alternativi.

Le organizzazioni imprenditoriali concordano su un punto: alla luce degli ultimi eventi le relazioni economiche con l'Unione europea stanno tornando ad avere un'importanza significativa. È stato sottolineato da tutti che ora occorre prestare maggiore attenzione agli accordi bilaterali III - così il mondo economico chiama l'intesa, non ancora pubblicata, sottoscritta dal Consiglio federale con l'Ue - e alla promozione di convenzioni di libero scambio con paesi terzi.

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COMMENTI
 

tbq 2 mesi fa su tio
Intanto il Washington Post cita la telefonata di Karin Keller-Sutter tra le motivazioni che avrebbero portato Trump a rimandare i dazi. Ad essere onesti non ci credo molto, tutt'altro, ma se per caso fosse anche solo in parte vero in molti, tra cui creature mitologiche e regioni greche, dovrebbero porsi due domande.

Emib5 2 mesi fa su tio
Risposta a tbq
Ma no, la vera ragione è la paura che ha di Cassis appena nominato alla testa di un inutile comitato

tbq 2 mesi fa su tio
Risposta a Emib5
Se va Cassis a trattare con Trump siamo rovinati. :)

Emib5 2 mesi fa su tio
Quando uscì il film Indipendence Day nessuno poteva immaginare che potesse anticipare la realtà attuale di un presidente Usa tale e quale!

tbq 2 mesi fa su tio
Risposta a Emib5
Intendi il Presidente pilota di caccia che guidava l'aviazione USA contro gli alieni? XD

Emib5 2 mesi fa su tio
Risposta a tbq
Vedrei bene il biondo e folle su un aereo a bombardare le fabbriche cinesi

tbq 2 mesi fa su tio
Ah, contrordine, s'era scherzato. Dazi sospesi per 90 giorni! XD

tbq 2 mesi fa su tio
Comunque, leggo che hanno messo Cassis alla testa di un qualche comitato d'azione. Il poco di ottimismo che avevo è svanito. O forse ce lo hanno messo per incolparlo del sicuro fallimento e spingerlo alle dimissioni?

Arcadia-bis 2 mesi fa su tio
Ma anche no, finché la Russia continuerà la SUA gu3rra di conquista niente affari (o meno possibili con loro). Non si fanno affari con chi bombarda ogni giorno civili ucraini. Bene invece diversificare su altri mercati.

Stilton 2 mesi fa su tio
Forse è il momento di esplorare nuovi mercati e togliere le sanzioni contro la Russia.

francox 2 mesi fa su tio
Si potrebbe chiedere aiuto ai moltissimi plurililionari che abitano in svizzera. :-) purtroppo fa solo ridere...

Busca 2 mesi fa su tio
Dove sono i Blocher, Marchesi & Co. che dicevano che dovevano rinunciare alla “cattiva” UE per abbracciare l’eldorado USA. Brusco risveglio! Se poi l’UE riuscisse ad annullare e dazi, cosa farà la confederazione? Un politolo americano una volta disse: gli USA non hanno né amici né nemici ma solo utili opportunità.

Peppiniello 2 mesi fa su tio
Risposta a Busca
Cosa facciamo? Entriamo nell UE e partecipiamo al finanziamento di 800 miliardi per il riarmo?

tbq 2 mesi fa su tio
Risposta a Busca
Forse è il momento in cui i sostenitori di Bruxelles capiranno che la bussola della nostra politica estera ed economica sono i nostri interessi, non quelli dell'UE. Riguardo agli USA, ngli ultimi decenni abbiamo subito da essi due guerre commerciali, negli anni '90 e '2000. Chi ama l'UE le ricorda ancora con affetto e con riconoscenza, dato che a guidare queste due guerre c'era un presidente Dem e l'UE era alleata ad esso. Nessun Eldorado, né a Washington né a Bruxelles. L'unico che abbiamo la possibilità di costruire e goderci è il nostro.

centauro 2 mesi fa su tio
Risposta a tbq
Un paesello di 8,5 milioni di anime incastonato nella UE che vuole fare da sé senza appoggiarsi ad alcuno? Favole.

Arcadia-bis 2 mesi fa su tio
Risposta a centauro
Certi bastian contrari isolazionisti farebbero affari con la Corea del Nord piuttosto che condividere qualcosa con i nostri fratelli Europei con cui abbiamo legami strettissimi per parentela, amicizia o lavoro.

Arcadia-bis 2 mesi fa su tio
Risposta a centauro
Ps abbiamo anche noi i nostri MAGA 😄

tbq 2 mesi fa su tio
Risposta a centauro
Le stesse favole che sono state realtà per settecento anni, e che ancora quando nel 1991 si negoziava con l'UE per lo Spazio Economico Europeo apparivano migliori del roseo avvenire europeo che veniva prospettato. Kaspar Villiger disse all'epoca (DoDis) che «Siamo di fronte a un fiasco diplomatico. La CE ha messo la Svizzera con le spalle al muro e avanza continuamente nuove richieste. Ci stiamo muovendo sulla strada di una colonia con uno statuto di autonomia. Proseguire da soli sarebbe gestibile, e migliore di questo SEE.» Insomma, come dice Arcadia avete anche voi i vostri MAGA. E trent'anni prima che arrivasse Trump. :)

tbq 2 mesi fa su tio
Risposta a Arcadia-bis
Insomma, la Corea del Nord è sempre l'unica alternativa a Bruxelles, per te. Comprensibile, in fondo, bisogna per forza imporre alternative orride (nascondendo nel contempo tutte quelle buone) per far accettare una cosa molto brutta. Detto questo, io come modello preferisco la Svizzera. Come la preferirebbe anche la maggioranza dei cittadini degli Stati dell'UE, se gli fosse permesso di scegliere. Altro vantaggio del modello svizzero rispetto a quello bruxelliano. :)

centauro 2 mesi fa su tio
Risposta a Arcadia-bis
La verità è che oltre a essere geograficamente all'interno del blocco UE, la Svizzera è direttamente interessata a scambi commerciali, finanziari, sociali, ecc...ma questi non lo ammetteranno mai pur essendone consapevoli.

Arcadia-bis 2 mesi fa su tio
Risposta a centauro
Già , questo succede quando si prendono troppo alla lettera le invettive talvolta miopi della Lega o dell’. Noi dobbiamo buona parte del nostro benessere, oltre che a noi stessi ed al nostro ottimo modello, anche alle relazioni con i paesi dell’UE. Ma gli struzzi ragionano come Trump (“tutti hanno approfittato degli USA”) e vedono solo ciò che è negativo. Se ci fossimo isolati non avremmo che 1/3 di ciò che abbiamo oggi , perché nel frattempo avremmo perso cervelli ed investimenti fondamentali.

tbq 2 mesi fa su tio
Risposta a Arcadia-bis
In effetti, sai quante volte ho sentito questi struzzi affermare che la Svizzera s'approfitta dell'UE, e che deve pagare per questo. XD XD XD

Arcadia-bis 2 mesi fa su tio
Risposta a tbq
Non si tratta di preferire un altro modello, si tratta di costruire e mantenere relazioni durature e forti con i nostri vicini, senza le quali oggi non saremmo dove siamo. Funziona così anche tra individui. Si fraternizza con chi ci assomiglia.

tbq 2 mesi fa su tio
Risposta a Arcadia-bis
Le relazioni durature e forti esistevano prima dell'UE e dei suoi diktat, ed esisteranno anche dopo la sua scomparsa. L'UE per questo non serve, è più probabilmente d'intralcio. E riguardo al "non saremmo dove siamo", tra bolle immobiliari, sovrappopolazione, burocratizzazione galoppante e quant'altro... si, senza i nostri vicini, e in particolare senza il centralismo burocratico dell'UE non saremmo a questo. Riguardo al tuo "funziona così anche tra individui"; la maggior parte degli omicidi avviene in famiglia o nella cerchia delle conoscenze strette. O per andare sulle relazioni tra Stati, se fosse come dici tu Russia e Ucraina dovrebbero andare d'amore e d'accordo. Il motto "fratelli coltelli" non l'hanno inventato a caso. Tra mantenere buone relazioni con i vicini, cosa che la Svizzera fa da secoli, e inchinarsi ad essi ed obbedire, c'è una grande, grandissima differenza. Altro che Corea del Nord.

Arcadia-bis 2 mesi fa su tio
Risposta a tbq
No, caro amico, la storia ti smentisce . Una volta c’erano le frontiere vere e i paesi si guardavano spesso tra di loro in cagnesco. Per secoli e secoli i paesi europei si sono fatti le gu3rre. Ma da quando in Europa si è iniziato a creare un’Unione doganale sovranazionale , dal 1945 via, gu3rre in questa parte di Europa non ce ne sono più. E di questa stabilità abbiamo beneficiato pure noi svizzeri. Eccome. Poi, ovvio, noi siamo fuori e dobbiamo sottoscrivere bilaterali ed essendo piccoli abbiamo meno forza contrattuale. Ma se gli imprenditori e l’economia svizzera vogliono gli accordi è perché sanno che senza staremmo peggio. Le opportunità che perderemmo indebolirebbero la nostra economia e quindi il nostro benessere. I paesi che rimangono indietro perdono la manodopera qualificata che si trasferisce altrove. Ecc.. Ma chissà , forse vedremo in futuro cadere l’UE e avremo le risposte.

tbq 2 mesi fa su tio
Risposta a Arcadia-bis
La Storia non mi smentisce, anzi. Dal 1945 via nell'equazione europea sono entrate le armi nucleari e due Paesi in grado di scatenare la distruzione globale, ognuno dei quali controllava una parte del Continente. In una situazione del genere, la pace era l'unica alternativa all'annientamento. L'UE non c'entra nulla con la pace in Europa; l'UE è esistita perché c'era la pace, non viceversa, e perché chi dominava la parte occidentale dell'Europa la trovava un buono strumento per controllare i suoi sottoposti. Noi svizzeri per questa pace dobbiamo semmai ringraziare Oppenheimer, all'UE non dobbiamo nulla. - - - E no, noi non dobbiamo sottoscrivere questi accordi. Se si ha questa strana sensazione è perché abbiamo a che fare con un partner che si comporta da trent'anni con noi come Trump si comporta oggi con loro. Di politici UE che raccontano quanto la Svizzera si comporta male e di quanto stiamo approfittando di loro ce ne sono stati e ce ne sono, fin troppi. Come sono fin troppi i "nostri" che lo ripetono.

Privato Pinco 2 mesi fa su tio
Ora tt è "giustificato" per ditte che prenderanno in considerazione il lavoro ridotto e/o riorganizzazione interna un "déjà vu" e nüm a pagom

freevoice 2 mesi fa su tio
Sembra che a Berna non ci si sia ancora svegliati dal letargo invernale....vuoi vedere che è tutto uno stratagemma per farci aderire all'UE? Oggi come CH dazi al 31% domani come UE al 20%. Non ce la vorranno mica vendere in questi termini? Possiamo sperare dopo 2025 anni dall'ultimo miracolo (non documentato) in un nuovo miracolo ? Forse, ma nella patria degli orologi deve suonare la sveglia, diversamente sopperiremo.

tbq 2 mesi fa su tio
Risposta a freevoice
Se a Berna sono svegli, questa cosa la risolveranno in breve tempo. Ma il fatto che hanno finora mandato due volte a Washington una rappresentante nominata dall'ex CF Calmy-Rey non mi fa ben sperare...
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