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SVIZZERA

Il camionista risponde all'UDC fondando un partito islamico

Coinciderà con l'inizio del Ramadan la nascita del Partito Popolare Islamico Svizzero in risposta alla retorica anti-islamica.
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Il camionista risponde all'UDC fondando un partito islamico
Coinciderà con l'inizio del Ramadan la nascita del Partito Popolare Islamico Svizzero in risposta alla retorica anti-islamica.

ZURIGO - «Cosa succederà adesso? Matrimoni tra bambini, tribunali della Sharia e lapidazione?», ha commentato l'UDC nell'estate del 2023 a proposito di una foto che mostrava membri musulmani dell'esercito in preghiera. La Commissione federale contro il razzismo aveva descritto il tweet come «razzista» e «incitante all'odio».

Secondo la Commissione, il post alimentava odio e pregiudizi negativi nei confronti dei musulmani in Svizzera. L’UDC, però, non si è lasciato influenzare: il suo presidente, Marcel Dettling, lancia nel suo podcast regolari avvertimenti sulla «islamizzazione» del Paese, utilizzando slogan come «Sharia invece di Maria».

Besim Fejzulahi, da tempo critico verso la retorica UDC, dichiara: «Noi musulmani siamo sospettati di terrorismo a priori». Per contrastare questa narrativa, il camionista 56enne di Weinfelden, insieme a dieci sostenitori, sta fondando il Partito Popolare Islamico Svizzero.

«Vogliamo essere un contrappeso all’UDC e spiegare alla gente che l’Islam è diverso da come viene rappresentato in TV», afferma Fejzulahi, che è sunnita. Attualmente, il gruppo sta contattando tutte le moschee in Svizzera per raccogliere membri. Il partito verrà ufficialmente fondato il 1° marzo, all’inizio del Ramadan.

Iniziativa contro il divieto dei minareti - Besim Fejzulahi, di origini macedoni, è arrivato in Svizzera nel 1989. Non è nuovo alla politica: 14 anni fa si era candidato per il BDP nel canton Turgovia. «Per noi musulmani la legge svizzera è sufficiente», risponde quando gli viene chiesto cosa pensi della Sharia, la legge islamica.

Tuttavia, ritiene necessarie alcune riforme: «Vogliamo lanciare un’iniziativa per revocare il divieto dei minareti», afferma. Il partito si batterà per ottenere migliori condizioni per i musulmani in Svizzera, come il diritto delle donne di indossare il velo: «A me non dà fastidio vedere delle suore per strada».

Fejzulahi propone inoltre una tassa per le moschee, simile all’imposta ecclesiastica per le chiese riconosciute dallo Stato: «In questo modo le moschee non dovrebbero più chiedere donazioni e sarebbero meno dipendenti da finanziamenti stranieri». Per la stessa ragione, sostiene che gli imam dovrebbero essere impiegati dallo Stato: «Avremmo così imam che predicano in tedesco e non figure controverse».

Pascal Schmid: «L’UDC non alimenta pregiudizi» - Il consigliere nazionale UDC, Pascal Schmid, respinge le critiche al suo partito: «L’idea che l’UDC alimenti pregiudizi negativi contro l’Islam è assolutamente infondata», dichiara. Secondo Schmid, la cattiva reputazione dell’Islam è colpa di «islamisti radicali che chiedono l’introduzione del califfato per le strade della Germania» e di «studenti musulmani che si rifiutano di stringere la mano alle insegnanti».

Schmid sottolinea la necessità di difendere i valori fondamentali della Svizzera: «Bisogna essere intolleranti con gli intolleranti», spiega. «Chi antepone la religione alla Costituzione federale e non rispetta l’uguaglianza di genere non è benvenuto».

Il Consigliere nazionale si oppone fermamente alla revoca del divieto di costruzione di minareti: «Non servono per praticare la fede».

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