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SVIZZERA«Se UBS si trovasse in difficoltà, non ci sarà più un intervento statale»

10.04.24 - 16:16
La grande banca dovrà adottare misure specifiche per evitare di ritrovarsi in una situazione precaria.
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Fonte Ats
«Se UBS si trovasse in difficoltà, non ci sarà più un intervento statale»
La grande banca dovrà adottare misure specifiche per evitare di ritrovarsi in una situazione precaria.

BERNA - Se un giorno UBS dovesse trovarsi in difficoltà paragonabili a quelle vissute da CS un anno fa, un'acquisizione forzata non sarebbe più possibile. Lo ha detto oggi ai media la ministra delle finanze Karin Keller-Sutter. La grande banca dovrà adottare misure specifiche per evitare di ritrovarsi in una situazione precaria.

UBS rimane l'unica banca "too big to fail (troppo grande per fallire)" che opera a livello internazionale. In quanto tale, dovrà rispettare misure specifiche. In particolare, dovrà aumentare in modo sostanziale il suo capitale proprio, ha dichiarato ancora Karin Keller-Sutter.

Alla domanda su quanto sia pericoloso avere una banca troppo grande, la ministra delle finanze ha risposto che non esiste una sicurezza totale. «C'è sempre la possibilità di una crisi. Ma possiamo ridurre al minimo i rischi».

Lo scenario di una liquidazione di UBS è quindi preso in considerazione nella regolamentazione "too big to fail". È invece fuori discussione la statalizzazione di UBS in caso di fallimento. «Sarebbe una resa totale e significherebbe scaricare il rischio sulla Confederazione e sui contribuenti».

«Dobbiamo fare in modo che i rischi di una crisi non siano a carico dello Stato e che le banche si sentano più responsabili», ha affermato la consigliera federale.

«UBS è una società privata. Gli azionisti sono responsabili. Tuttavia, gli alti bonus - anche in altre società - mi preoccupano. Non riesco a capire certi stipendi», ha detto facendo riferimento al CEO di UBS Sergio Ermotti. «Si tratta di una remunerazione che va oltre l'immaginazione di qualsiasi normale cittadino. Non mi piace questo sviluppo. In un Paese in cui è il popolo a stabilire le condizioni quadro dell'economia, questo non è un comportamento corretto», ha rilevato ancora Keller-Sutter.

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