Lanciato il Partito comunista rivoluzionario

Per i fondatori, il 35% degli svizzeri sarebbe favorevole all'abolizione del capitalismo.
Per i fondatori, il 35% degli svizzeri sarebbe favorevole all'abolizione del capitalismo.
BIENNE (BE) - Circa 200 persone si sono riunite oggi a Bienne (BE) per lanciare un nuovo schieramento politico, il Partito comunista rivoluzionario. L'obiettivo è di salire a 500 membri entro il 10 maggio, in vista del Congresso fondatore che si terrà in quel fine settimana.
Serve la più grande campagna di reclutamento comunista da oltre 100 anni, scrive in una nota la corrente marxista "Der Funke/L'étincelle" (La scintilla). I simpatizzanti lanceranno anche un nuovo giornale, del quale sperano di vendere 5000 copie nei prossimi tre mesi. L'intenzione è inoltre quella di raccogliere donazioni per 70'000 franchi in questo lasso di tempo.
Stando al movimento, «il capitalismo si trova in una impasse storica insormontabile. Non può essere salvato». Esso dice di battersi «per niente di meno che la rivoluzione comunista mondiale della classe operaia. Questo è il primo passo verso la vera liberazione dell'umanità e di tutto il potenziale umano».
A suo dire, il 35% degli svizzeri è favorevole all'abolizione del capitalismo. "Migliaia di militanti vogliono diventare attivi. Ma non esiste un partito rivoluzionario che permetta loro di uscire dall'isolamento e dalla passività".
Il Partito comunista svizzero, creato nel 1921, è esistito fino alla sua proibizione durante la Seconda guerra mondiale. Nel 1944 è poi stato fondato il Partito svizzero del lavoro, chiamato in alcuni cantoni Partito operaio e popolare, forza che ha ottenuto lo 0,7% alle ultime elezioni del Consiglio nazionale. In quell'occasione, il suo ultimo rappresentante alla Camera del popolo, il neocastellano Denis de la Reussille, non è stato rieletto.





Su alcuni temi riceviamo purtroppo con frequenza messaggi contenenti insulti e incitamento all'odio e, nonostante i nostri sforzi, non riusciamo a garantire un dialogo costruttivo. Per le stesse ragioni, disattiviamo i commenti anche negli articoli dedicati a decessi, crimini, processi e incidenti.
Il confronto con i nostri lettori rimane per noi fondamentale: è una parte centrale della nostra piattaforma. Per questo ci impegniamo a mantenere aperta la discussione ogni volta che è possibile.
Dipende anche da voi: con interventi rispettosi, costruttivi e cortesi, potete contribuire a mantenere un dialogo aperto, civile e utile per tutti. Non vediamo l'ora di ritrovarvi nella prossima sezione commenti!