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SVIZZERA

Test Covid, li effettua anche chi non ha la formazione

Tutti in fila per il tampone, e un test center impiega personale che non sarebbe autorizzato a farli.
Keystone (archivio)
Fonte 20Minuten/Daniel Krähenbühl
Test Covid, li effettua anche chi non ha la formazione
Tutti in fila per il tampone, e un test center impiega personale che non sarebbe autorizzato a farli.
Il rischio è che il responso del test possa essere meno affidabile.
BERNA - Test, dopo test, dopo test. Da quando il requisito del certificato Covid è stato esteso a ristoranti, bar, centri fitness e numerose attività per il tempo libero, nelle farmacie e nei vari test center c’è stata una ...

BERNA - Test, dopo test, dopo test. Da quando il requisito del certificato Covid è stato esteso a ristoranti, bar, centri fitness e numerose attività per il tempo libero, nelle farmacie e nei vari test center c’è stata una corsa al tampone. Ma i risultati sono affidabili anche nel mezzo di questo caos? Secondo alcuni, forse no. Almeno non secondo un dipendente e un ex membro del personale di Youngcom, un’azienda specializzata in eventi che gestisce, in collaborazione con le farmacie Dr.Stoffel, numerosi centri di test in Svizzera e Lichtenstein. 

«Lo fanno tutti» - «Succede molto spesso che persone non formate effettuino i test Covid», racconta in anonimato un impiegato di Youngcom. Lui stesso, nonostante la totale mancanza di una formazione sanitaria professionale, è già stato utilizzato come tester. «Lo fanno tutti. Se manca una persona che si occupa dei test, e succede spesso, i normali dipendenti ricoprono questo ruolo». 

Rischio di falsi negativi - Anche un ex team leader di Youngcom, e lettore di 20Minuten, ha confermato questa versione dei fatti. «Solo persone formate a tal fine possono effettuare i tamponi nasofaringei. In pratica, però, è capitato spesso che i test venissero eseguiti anche da dipendenti qualsiasi, sia per mancanza di personale, sia perché magari la persona incaricata si trovava in pausa». E secondo l’ex team leader è possibile che, a causa della scarsa conoscenza della procedura, dei test siano risultati falsamente negativi.

Indagini interne al via - Tali incidenti, afferma Joel Meier, amministratore delegato di Youngcom, non sarebbero però mai stati segnalati e violerebbero in pieno i requisiti igienici e sanitari. L’azienda promette però che andrà a fondo della questione: «Daremo seguito a questa indicazione». 

Richieste in impennata - Dall’estensione del requisito del certificato, sottolinea Meier, in Svizzera c'è stato un vero e proprio boom dei centri test. Molti paesi e quartieri sarebbero «disperati» perché i loro cittadini non possono più andare al lavoro, all'università o al pub. «Attualmente siamo invasi da richieste e cerchiamo di aiutare dove possiamo».

Intervengano le autorità - I test rapidi possono essere eseguiti solo da «persone appositamente formate» e secondo le istruzioni del produttore del test, si legge nella scheda informativa della Confederazione sull'assunzione dei costi per le analisi sul Sars-CoV-2. I risultati del tampone devono essere interpretati «sotto la supervisione di persone dotate delle necessarie competenze tecniche specifiche». Il modo in cui lavora Youngcom è dunque contrario alle regolamentazioni Covid, afferma l’avvocato Nicolas Facincani dello studio legale VFS e partner. «Il Cantone dovrebbe agire. E il datore di lavoro prendersi carico del costo della formazione necessaria».

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