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Omofobia al pari del razzismo? Il dibattito che indigna

L’Unione democratica federale ha lanciato il referendum contro la criminalizzazione della discriminazione basata sull’orientamento sessuale. Le dichiarazioni fanno indignare il web
Sylvie Ruffieux-Guignard
Omofobia al pari del razzismo? Il dibattito che indigna
L’Unione democratica federale ha lanciato il referendum contro la criminalizzazione della discriminazione basata sull’orientamento sessuale. Le dichiarazioni fanno indignare il web

OMOFOBIA COME RAZZISMO

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GINEVRA - Condannare le esternazioni omofobe è un ostacolo alla libertà di espressione. Ne è convinta Sylvie Ruffieux-Guignard, vicepresidente ginevrina dell’Unione democratica federale (UDF). Le sue dichiarazioni, rilascia...

GINEVRA - Condannare le esternazioni omofobe è un ostacolo alla libertà di espressione. Ne è convinta Sylvie Ruffieux-Guignard, vicepresidente ginevrina dell’Unione democratica federale (UDF). Le sue dichiarazioni, rilasciate a Léman Bleu (canale tv regionale) stanno facendo discutere gli utenti del web.

Le discriminazioni basate sull'orientamento sessuale (così come per razza, etnia o religione) saranno espressamente vietate dal Codice penale. Lo ha deciso a inizio dicembre il Consiglio nazionale. L’UDF - partito d’ispirazione protestante che si caratterizza per posizioni cristiano-conservatrici -  ha lanciato il referendum contro la criminalizzazione dell’omofobia e ha iniziato da subito la raccolta delle firme.

Gay per circostanze, educazione e fisico - Lunedì, la vicepresidente del partito non si è tirata indietro di fronte al giornalista che la intervistava. «Così, non ci si può esprimere, non è più possibile dire nulla» ha detto in merito alla criminalizzazione dell’omofobia. E come esempio ha citato il tabù di affrontare un tema come quello di coloro che decidono di «abbandonare l’omosessualità». Per la vicepresidente questo orientamento sessuale è legato alle circostanze, al tipo di educazione ricevuta, all’ambiente in cui si è cresciuti e addirittura al fisico.

Le reazioni - Il video dell’intervista è stato condiviso online da molti utenti indignati. C’è anche chi ironizza sulla «scenetta montata ad hoc», chi valuta «la sua esibizione come mediocre» e chi «grazie a questo video scopre dell’esistenza di un partito insignificante come l’UDF».

Le associazioni LGBT hanno invece preso molto più seriamente le dichiarazioni di Sylvie Ruffieux-Guignard. Per Pascal Messerli, presidente di "Dialogai", sono state dette «un mucchio di idiozie» che «portano alla luce enormi lacune sull’argomento». Le parole della politica «sono deludenti, feriscono, e ricordano quanto lavoro sia ancora necessario fare». Messerli invita anche la donna a visitare Dialogai per vedere quale lavoro viene svolto e per conoscere le persone vittime di omofobia.

«L'omosessualità è di moda» - Il presidente dell’UDF - nonché marito di Sylvie Ruffieux-Guignard - respinge le accuse: «Questa intervista non ha contenuti omofobi. L’omofobia è la paura degli omosessuali. Noi non abbiamo paura, semplicemente non intendiamo idealizzare l’omosessualità, che ora è di moda». Secondo lui la legge che criminalizza la discriminazione basata sull’orientamento sessuale vuole porre fine al dibattito, «e in democrazia bisogna accettare le critiche di chi non è d’accordo con noi».

L’UDF ha tempo fino al 7 aprile per raccogliere almeno 50’000 firme.

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