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SSR, tagli e canone: «Non mi sento in colpa»

Albert Rösti si esprime per la prima volta sull’iniziativa “200 franchi bastano”, sull’equilibrio politico e sul suo rapporto con la direttrice Susanne Wille
20 Minuten
Come presidente dell'SVP, Albert Rösti è stato uno degli iniziatori dell'iniziativa per dimezzare la SRG. Ora combatte questa proposta a nome del Consiglio federale.
SSR, tagli e canone: «Non mi sento in colpa»
Albert Rösti si esprime per la prima volta sull’iniziativa “200 franchi bastano”, sull’equilibrio politico e sul suo rapporto con la direttrice Susanne Wille

ZURIGO - Consigliere federale Rösti, siamo alla vigilia della votazione sull’iniziativa per dimezzare la SSR. Lei è stato tra i promotori e nel 2019 si era lamentato della «battaglia di propaganda della televisione di Stato» in relazione allo sciopero per il clima. Oggi però combatte l’iniziativa a nome del Consiglio federale...
«Chi lancia o sostiene un’iniziativa lo fa per cambiare qualcosa. Continuo a ritenere che la copertura mediatica di quell’occupazione illegale di Piazza federale non fosse equilibrata, giusto per citare un esempio. Un intervento era quindi necessario. Rispetto all’iniziativa No Billag, questa proposta è tuttavia meno radicale. Anche da consigliere federale resto convinto che la SSR non debba essere abolita, ma limitata in modo moderato. Con la controproposta, il Consiglio federale ha adottato una misura proporzionata, decidendo di ridurre il canone Serafe a 300 franchi. Un dimezzamento effettivo sarebbe eccessivo, se vogliamo continuare a offrire un programma in quattro lingue nazionali e rappresentativo di tutte le regioni».

In concreto: oggi la SSR non è più sbilanciata a sinistra, come suggerisce il suo partito?
«Naturalmente all’epoca ho sostenuto l’iniziativa soprattutto perché, a mio avviso, il principio dell’equilibrio non veniva rispettato. Ritengo che ancora oggi vi siano alcuni format che debbano tenerne maggiormente conto».

20 MinutenUna copertura equilibrata è per me molto importante e su questo punto insisto nei colloqui con la SSR, spiega Rösti.

Quali?
«Non sta a me giudicare. Ma ritengo molto importante una copertura equilibrata e insisto su questo aspetto nei colloqui con la SSR».

Dal suo punto di vista la copertura mediatica è diventata più equilibrata dal 2019?
«Sì, rilevo sicuramente la volontà di garantire una copertura equilibrata. Tuttavia, ci sono ancora format in cui c’è margine di miglioramento. Ma la SSR è indipendente dalla Confederazione, quindi non intervengo».

20 MinutenNell’ideale del Consiglio federale, la SRG riduce la propria presenza laddove i privati possono intervenire al suo posto, ha dichiarato il ministro dei media riguardo alla riduzione presso la SRG.

La SSR ha annunciato di recente una grande ondata di licenziamenti per risparmiare. Si sente in colpa per aver promosso la riduzione del canone a 300 franchi?
«Mi dispiace per ogni singola persona coinvolta. Vale però per tutte le aziende: anche i media privati hanno ridotto il personale. Persino noi dovremo ridurre il settore delle relazioni pubbliche. Nel mondo imprenditoriale dopo una fase di grande crescita spesso servono ristrutturazioni. Nell’ideale del Consiglio federale, la SSR si riduce dove possono intervenire i privati. Quindi: no, non mi sento in colpa».

La SSR taglia non solo posti di lavoro, ma anche interi programmi. Chi critica sospetta che vi sia una tattica elettorale dietro queste decisioni. Cosa ne pensa?
«Non voglio attribuire nulla alla SSR: deve risparmiare 270 milioni di franchi. Già la mia predecessora Simonetta Sommaruga aveva affermato che il servizio pubblico deve rafforzare il proprio profilo soprattutto in sport e intrattenimento. Qui i privati hanno potenzialità. È quindi sicuramente giusto che la SSR si concentri maggiormente su informazione, politica, cultura e formazione».

20 MinutenChe con una SRG più piccola non ci dovrebbe più essere un'informazione affidabile, non lo firmerei affatto in modo così assoluto, spiega Rösti riguardo a un manifesto del fronte del No.

I contrari dicono che la trasmissione della gara del Lauberhorn sarebbe a rischio in caso di vittoria del sì. Cosa risponde?
«È sicuramente uno degli eventi TV dell’anno! Da privato cittadino ne sentirei moltissimo la mancanza. Come ministro dei media non intervengo nella programmazione della SSR, ma suppongo che la corsa del Lauberhorn come fiore all’occhiello non sia in cima alla lista dei tagli».

"Addio all'informazione affidabile", si legge su un altro manifesto dei contrari. Cosa pensa di questo messaggio?
«Per me sono prioritari la decentralizzazione e il mantenimento dell’informazione su cultura e formazione in quattro lingue. La SSR è un pilastro importante del pluralismo mediatico, ma lo sono anche i media privati. Che con una SSR più piccola non ci sarebbe più informazione affidabile, non lo firmerei in modo così assoluto. Tuttavia è chiaro: l’intensità dell’informazione ne risentirebbe molto, soprattutto per le minoranze linguistiche».

La SSR è molto presente in rete con articoli online e fa concorrenza diretta ai privati. I critici parlano di distorsione della concorrenza. Vede la necessità di intervenire?
«Nell’ambito della concessione il Consiglio federale si assicurerà che i privati non vengano penalizzati inutilmente. Anche la SSR deve essere presente online, altrimenti perde la giovane generazione e non ha futuro. I contenuti però dovrebbero essere principalmente audio e video, mentre per i testi sono necessarie delle restrizioni. Non voglio ancora fissare un numero preciso di caratteri per i testi».

Perché no? Per fornitori privati come 20 Minuten fa differenza se SSR pubblica online un contributo video/audio con lead oppure un articolo di 2700 caratteri che compete direttamente con la loro offerta.
«Secondo me ci sono sicuramente soluzioni intermedie tra una limitazione a due, tre righe e un articolo come quello di 20 Minuten».

SSR gestisce numerosi canali sui social media. Così le grandi aziende tech beneficiano di contenuti giornalistici gratis, pagati dal contribuente. È giusto?
«Sì, se si tratta di contenuti audiovisivi già esistenti. L’informazione del futuro passa anche dalle grandi piattaforme. Se si volesse bandire la SSR da lì, a lungo termine avrebbe un problema di sopravvivenza. Quanti canali siano necessari dovrà valutarlo l'azienda stessa. Come detto, bisogna risparmiare molto, quindi qui c’è sicuramente un potenziale. Tuttavia, la decisione spetta alla direzione».

20 MinutenIl mio rapporto con la signora Wille è professionale e costruttivo – proprio come con le case editrici private, tra l'altro, assicura il consigliere federale bernese dell'UDC.

La Weltwoche ha scritto di recente: "Rösti fa quello che vuole Wille. L’inquietante vicinanza del consigliere federale UDC alla SRG." Cosa risponde a questa critica?
«L’attuazione della controproposta in Consiglio federale mostra secondo me la mia indipendenza. Il mio rapporto con la signora Wille è professionale e costruttivo – come lo è anche con gli editori privati».

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