Contrariamente a quanto stabilito, il Tribunale federale pare essersi indurito nei confronti delle decisioni di accesso alla rendita d’invalidità. Ciò genera non poche preoccupazioni
LOSANNA - Nel 2015 il Tribunale federale ha ammorbidito la giurisprudenza in materia di concessione di rendite d’invalidità alle persone che soffrono di malattie psicosomatiche. Fino ad allora, i pazienti affetti da malattie croniche o da dolori “inspiegabili” non avevano diritto all’AI in quanto «il dolore poteva essere superato con un grande sforzo di volontà».
Secondo il Tages-Anzeiger, però, la giurisprudenza sarebbe lontana dal favorire l’accesso ai contributi dell’assicurazione invalidità, specialmente nei casi di depressione.
Inasprimento - L’università di Zurigo ha condotto uno studio nel quale ha esaminato le decisioni giudiziarie concernenti le richieste di AI da parte di persone di depressi. I risultati mostrano un inasprimento: su 220 verdetti, un solo caso ha portato alla concessione di una rendita invalidità da parte del richiedente.
«Contrariamente a quanto annunciato dal Tribunale federale - ha commentato il professore di diritto Thomas Gächer -, si assiste a un inasprimento progressivo che preoccupa». E aggiunge: «La cosa allarmante è che pare che l’AI faccia di tutto per non concedere la rendita e che il Tribunale federale la sostenga. Il suo ruolo dovrebbe invece essere di correggerne le decisioni, quando necessario».
Presi di mira - Il professore conferma l’inasprimento, soprattutto nei casi di depressione. «Ciò è sconcertante, dal momento che il Tribunale federale ha più volte sottolineato che non è possibile accostare la depressione, anche moderata, ai disturbi del dolore. Secondo la Corte suprema la depressione non è invalidante se non nel caso in cui non sia migliorabile con una terapia». In pratica, se una persona inoltra una richiesta AI per depressione, è compito suo dimostrare che ha tentato ogni possibile trattamento e nessuna terapia ha funzionato.
Secondo Thomas Gächter, però, è estremamente difficile dimostrarlo a livello medico. Questo spiegherebbe perché molte persone che hanno sviluppato una depressione a seguito di un lungo periodo in cui sono state affette da disturbi del dolore siano ancora in attesa di una decisione di rendita AI.
Contro il parere degli esperti - Il Tages-Anzeiger ha intervistato un avvocato che si occupa da tempo di persone che si trovano in questa situazione. «Questo inasprimento tocca coloro che soffrono di depressione da diversi anni. In un caso l’AI ha rifiutato la richiesta di una persona che è stata ospedalizzata per una depressione moderata, senza alcun miglioramento». Una decisione spetterebbe ora alla giustizia cantonale. «La cosa grave - ha aggiunto l’avvocato - è che non viene più considerato quanto la malattia limiti la persona. Commentano che la depressione non è incurabile e la domanda viene respinta».
Così l’AI e il Tribunale federale hanno più volte rifiutato la concessione di una rendita, contro il parere degli esperti. Secondo un avvocato zurighese l’AI avrebbe addirittura ignorato i rapporti del proprio servizio medico regionale, favorevoli nei confronti del richiedente.
Medici preoccupati - Provare che la depressione è resistente a tutte le terapie necessiterebbe diversi anni. Il professor Ueli Kieser sottolinea: «Se si chiede a un paziente di dimostrare che i medicamenti non funzionano, bisogna anche accertarsi che siano tutti coperti dalla cassa malati».
Thomas Gächter è d’accordo: «Dal momento che il trattamento della depressione moderata necessita diversi anni, bisognerebbe almeno accordare una rendita temporanea». Il Tribunale federale l’ha però, per ora, sempre negata nel campo della psicologia.