Momento difficile per viti e bulloni, le vendite di Bossard sono in calo

Stando ai dati diffusi oggi il fatturato è ormai sceso sotto il miliardo di franchi
ZUGO - Le difficoltà dell'industria svizzera, alle prese con il rallentamento dei mercati internazionali, si confermano nelle cifre annuali di Bossard, noto gruppo attivo nel settore dell'assemblaggio (viti, bulloni e tanto altro ancora) e fra le prime realtà elvetiche a render conto dell'andamento degli affari nel 2024.
Stando ai dati diffusi oggi il fatturato è ormai sceso sotto il miliardo di franchi, attestandosi a 986 milioni, con una contrazione dell'8% rispetto all'anno precedente. Al netto degli effetti valutari la flessione è del 6%.
«La debole domanda che si è manifestata a partire dal secondo trimestre del 2023 è stata intensificata dalle continue riduzioni delle scorte dei clienti e dalla forza del franco», affermano i vertici in un comunicato odierno. Segnali di una possibile ripresa sono però stati notati alla fine dell'anno: nel quarto trimestre il giro d'affari è sceso solo del 2% (a 236 milioni), con una diminuzione limitata all'1% in valute locali.
Le cifre diffuse oggi - che a questo punto dell'anno non comprendono gli utili: bisognerà aspettare il 27 febbraio - sono superiori alle attese degli analisti, che scommettevano su un arretramento ancora maggiore dei ricavi. Dall'inizio dell'anno l'azione Bossard ha perso il 3% e la performance è negativa anche sull'arco di 52 settimane: -7%, a fronte del +7% del mercato nel suo complesso (indice SPI).
Con circa 3000 dipendenti presenti in 33 paesi, Bossard è essenzialmente attiva su tre fronti: produce una vasta gamma di prodotti di collegamento (viti, dadi, rondelle, eccetera), propone soluzioni logistiche per semplificare la gestione di prodotti e fornisce servizi di consulenza per ottimizzare i processi di fabbricazione e assemblaggio. La sede è a Zugo, ma non per motivi fiscali: l'origine dell'azienda risale infatti a un negozio di ferramenta aperto nella cittadina nel 1831. Nel 1987 l'impresa è sbarcata in borsa, rimane però ancorata alla sue radici: è infatti guidata dalla settima generazione della sua famiglia fondatrice.




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