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IL SORPASSO...A DUE RUOTEDuello Mondiale: il Giappone, per ora, sta toccando davvero poco palla...

19.05.22 - 11:05
Da Ducati ad Aprilia: il lavoro di sviluppo è immenso e alle Case italiane va data la medaglia per la reattività.
keystone-sda.ch / STR (Jeremias Gonzalez)
Duello Mondiale: il Giappone, per ora, sta toccando davvero poco palla...
Da Ducati ad Aprilia: il lavoro di sviluppo è immenso e alle Case italiane va data la medaglia per la reattività.
Maverick Viñales: «Chiedo una cosa agli ingegneri dell’Aprilia e so che pochi giorni dopo l’avrò. In Yamaha non succedeva…».
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dal nostro corrispondente, Leonardo Villanova

LE MANS - È sempre più Europa, o meglio, Italia contro Giappone in MotoGP. Ci sono Ducati, Aprilia e Ktm da una parte e Honda, Yamaha e, ancora per poco, ahimé, Suzuki dall’altra. E in questa stagione, per ora almeno, il Giappone sta toccando davvero poco palla, con solo una vittoria, quella di Fabio Quartararo in Portogallo, contro le 6 ottenute dalle altre tre Case. 

Si tratta solo di un caso o, piuttosto, di un trend destinato a proseguire anche in futuro, di un modo di lavorare più efficace da parte dei team del Vecchio Continente? Con l’intento di ridurre i costi e favorire l’equilibrio, negli ultimi anni la Dorna ha imposto la centralina elettronica unificata. Così come l’omologazione a inizio stagione del motore, vietando così sviluppi illimitati, e costosissimi, durante il campionato, e un solo sviluppo dell’aerodinamica.

Introducendo le concessioni - sviluppo libero e più motori a disposizione, test liberi con i piloti titolari - per le Case che non ottenessero certi risultati nell’arco di un biennio si è poi permesso anche a chi fosse in ritardo, di colmare il gap. Con il podio di Jerez di Espargaro, l’Aprilia è stata l’ultima Casa ad averle perdute. Ciò nonostante, il lavoro di sviluppo durante la stagione è intenso, ma in questo momento la medaglia per la reattività va soprattutto alle italiane: a Le Mans, l’Aprilia ha portato una nuova frizione, dopo i guai al via nelle precedenti gare, mentre per il Mugello della prossima settimana arriverà un’evoluzione di motore.

Qualcosa a livello di motore arriverà anche dalla Ducati, che è stata brava soprattutto a reagire dopo le difficoltà di inizio stagione. Ma il grosso lavoro fatto nell’inverno dagli uomini di Borgo Panigale, che si sono presentati con la novità dell’abbassatore anteriore da utilizzare durante il giro (sarà vietato il prossimo anno), dimostra una continua ricerca di nuove strade che i giapponesi, soprattutto la Honda, per non dire della Yamaha che da anni è incapace di trovare cavalleria al suo quattro cilindri, hanno smarrito. Lo ha detto bene, recentemente, Maverick Viñales: «Chiedo una cosa agli ingegneri dell’Aprilia e so che pochi giorni dopo ce l’avrò. In Yamaha non succedeva». 

Sì, perché la reattività europea (la Ktm che si produce il telaio in casa ha tempi di realizzazione velocissimi) in questo momento sta facendo la differenza con la notoria lentezza giapponese, dove la scala gerarchica spesso e volentieri non consente di prendere decisioni in maniera rapida, con gli ingegneri che ascoltano i piloti, rispondono sempre di sì ma poi alla fine continuano a seguire la propria strada. Con l’aggravante del fuso orario e della distanza (per questo Yamaha ha trasferito a Gerno di Lesmo il reparto elettronica) che rende spesso ancora più complicato il dialogo tra la squadra e il reparto corse.

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