Il portiere della Croazia ha finora trascinato i suoi compagni in semifinale parando la bellezza di quattro calci di rigore
MOSCA (Russia) - È uno dei protagonisti assoluti di questi campionati del Mondo: per ben due volte Danijel Subašić ha chiuso la saracinesca, ipnotizzando prima i rigoristi danesi e poi quelli russi, trascinando di fatto un’intera nazione in semifinale. Se la Croazia di Modrić, Perisic e Mandžukić potrà giocarsi contro l’Inghilterra l’accesso ad una storica finale, parte del merito è del numero 23.
Il portierone croato, 191 centimetri di altezza, ha atteso quasi 34 anni (da compiere a ottobre) per far esplodere il proprio talento a livello planetario. I tre rigori parati alla Danimarca sono già nella leggenda, mentre il penalty neutralizzato a Smolov gli ha permesso di entrare di diritto nelle storia della Coppa del Mondo. Solamente lui, Schumacher e Goycochea hanno infatti parato quattro rigori nelle fasi finali di un Mondiale. Una striscia che il numero 23 della Croazia potrebbe allungare proprio nella semifinale contro l’Inghilterra, i cui rigoristi rischiano, nel caso, di vedere la porta davvero molto piccola qualora dovessero presentarsi di fronte a Subašić dagli undici metri.
L’estremo difensore avrà al suo fianco, ancora una volta, l’amico Hrvoje Custic, ex compagno di squadra ai tempi della militanza nelle fila dello Zadar, scomparso il 3 aprile del 2008 dopo aver fatalmente sbattuto la testa su di un muretto in cemento, situato troppo vicino alla linea di fondo campo. In seguito a quella tragedia Subašić indossa, durante ogni partita, una maglietta che ricorda l’amico, alla cui memoria ha voluto dedicare la prestazione “monstre” contro la Danimarca.