La celebre “Notte di Siviglia”, lo scontro Germania-Francia del 1982, ebbe anche un risvolto drammatico
SIVIGLIA (Spagna) - È purtroppo un episodio negativo a rendere ancora più indimenticabile la cosiddetta “Notte di Siviglia”, una delle partite più emozionanti di tutta la storia dei Mondiali.
Al Sanchez Pizjuan di Siviglia va in scena Germania-Francia, seconda semifinale della rassegna iridata del 1982, con l’Italia già in finale dopo il 2-0 rifilato alla Polonia. Il primo tempo vede prevalere l’atletismo dei tedeschi, trascinati da Littbarski che prima colpisce una traversa e in seguito, al 17’, raccoglie una respinta corta del portiere Ettori portando in vantaggio i suoi. Con il passare dei minuti però Platini prende i compagni a braccetto e dà lezioni di calcio (lui stesso la considererà la sua miglior prestazione in assoluto), acciuffando il pari dal dischetto attorno alla mezz’ora. Al rientro dagli spogliatoi il transalpino Genghini è costretto al forfait per infortunio e viene sostituito da Patrick Battiston, di ruolo difensore. La ripresa è iniziata da pochi minuti quando Le Roi recupera palla a centrocampo e inventa un lob smarcante proprio per il neo entrato, che improvvisatosi attaccante si ritrova a tu per tu con il portiere Toni Schumacher. Arrivato al limite dell’area, Battiston tenta il gol con un tocco sotto ma viene travolto dal numero uno tedesco, che con l'anca lo colpisce in pieno volto. Il francese si affloscia a terra, con una vertebra fratturata e due denti rotti. Nello stupore generale, l’arbitro olandese Corver non ravvisa alcuna irregolarità. Ancora peggio, devono essere i galletti a convincerlo a richiedere l’ingresso dei sanitari, mentre Schumacher consegna alla storia l’immagine di se stesso totalmente e tristemente disinteressato alla situazione. La Germania conquisterà la finale – poi persa con l’Italia – soltanto ai rigori, dopo aver rimontato dal 3-1 al 3-3, mentre Battiston passerà due giorni in coma.