Il Lugano vuole un futuro senza Sabbatini

LUGANO - Il match di sabato contro il Servette potrebbe essere l’ultimo che Jonathan Sabbatini giocherà a Cornaredo con la maglia del Lugano. 

Quasi al termine di una stagione esaltante, che tanto ha dato e che tanto ancora potrebbe dare ai tifosi bianconeri, è infatti arrivata quella che sembra la certezza di un addio. 

La dirigenza dei ticinesi ha effettivamente pensato a una stagione, quella 2025/26, da allenatore per il FC Lugano Academy; per quella precedente, la prossima, ha però giocato al ribasso. Tradotto: a Sabbatini ha proposto lo stesso ruolo (allenatore dei giovani) da affiancare a quello di “fuoriquota” nella U21. Niente prima squadra. Niente Super League né Champions League. Il tutto - per i compiti sul campo - a uno stipendio del 70% più basso rispetto a quello attuale. Ci sono dei benefits legati al ruolo tecnico e a quello da giocatore non amatore - da Lugano fanno sapere che è stata assicurata la copertura dei costi per l’ottenimento del diploma UEFA A e sono previsti dei premi legati a presenze e risultati sportivi - l’offerta presuppone però la fine della carriera per un professionista che si sente ancora tale. E che, numeri alla mano, ha dimostrato di essere tale.

Capace di tenere un rendimento di alto livello per tutto l’anno (domenica è per esempio stato riconosciuto come miglior giocatore della 36esima giornata di Super League), l’uruguaiano si è mosso infischiandosene della carta d’identità. È quello che ha collezionato più presenze tra i bianconeri (il quarto per minuti totali) e il quarto tra i centrocampisti centrali di tutta la lega. È sembrato, insomma, guadagnarsi il rinnovo sul campo. Non è bastato.

A questo punto la situazione è in fase di stallo. Se il Lugano non cambierà la sua posizione, se non perfezionerà un’altra offerta, Sabbatini (che secondo nostre informazioni è disponibile a rivedere al ribasso il suo attuale stipendio e non necessita di garanzie tecniche) farà i bagagli e saluterà tutti per terminare la carriera da un’altra parte. In un club che crede in lui. Sarebbe il pessimo finale di una fiaba cominciata dodici anni fa. Già perché, oltre a chiudergli le porte dello spogliatoio guidato da Croci-Torti, i sottocenerini hanno anche specificato, nero su bianco, che Jonathan vedrà sostenuta la sua “avventura” da allenatore solo accettando di abbandonare il professionismo e sposando la U21. 

Degradazione o addio? I tifosi si preparino: sabato potrebbe essere l’ultima occasione (casalinga) per salutare il loro capitano.