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«Se il Lugano gioca da Lugano va in finale»

Arno Rossini: «Per crescere ancora, al Lugano serve un centrocampista “internazionale”. E non sto parlando di Granit Xhaka»
TI-press
«Se il Lugano gioca da Lugano va in finale»
Arno Rossini: «Per crescere ancora, al Lugano serve un centrocampista “internazionale”. E non sto parlando di Granit Xhaka»
«Celar si sta facendo un nome in Europa».
05.04.2023

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LUGANO - L'ultima di campionato non è andata bene. Questo almeno se si guarda solo al risultato, perché la prestazione fornita a Zurigo contro il Grasshopper è invece stata molto convincente. È da quella che deve ripartire...

LUGANO - L'ultima di campionato non è andata bene. Questo almeno se si guarda solo al risultato, perché la prestazione fornita a Zurigo contro il Grasshopper è invece stata molto convincente. È da quella che deve ripartire il Lugano questa sera quando, a Ginevra, contenderà al Servette l'accesso alla finale di Coppa Svizzera.

«Questo Lugano mi piace molto - è intervenuto Arno Rossini - è una squadra interessante, con idee chiare e soprattutto grande personalità. Vuole sempre giocare senza speculare e questo lo rende piacevole da seguire».

Nel calcio però contano i risultati e gli ultimi in campionato non sono stati eccezionali.
«È vero, ma tutto parte dalla prestazione. Poi ci sono casualità, anche colpe… Contro le Cavallette, per esempio, a tratti i bianconeri hanno dominato salvo poi non riuscire a concretizzare la grossa mole di gioco prodotta. Quella che hanno intrapreso è però la strada giusta: continuando così non potranno non ottenere grandi soddisfazioni. Ne sono certo».

Cominciando da Ginevra?
«Sotto Croci-Torti il Lugano è cresciuto molto. Sa cambiare pelle durante la stessa partita e ha un'idea di gioco ben precisa. Aggiungo di più: Da Silva ha impreziosito la rosa con innesti che si stanno rivelando importanti. Tenuto conto di tutto ciò, credo che contro il Servette i ticinesi possano farcela. Anzi… se il Lugano gioca da Lugano di sicuro ce la farà. È più forte».

Sarebbe la seconda finale di coppa consecutiva.
«Sarebbe qualcosa di storico, qualcosa di bellissimo da immaginare e da vivere. Questo possibile traguardo non era scontato la scorsa estate quando, partiti alcuni senatori, si guardava alla stagione con scetticismo. Con pazienza e anche perizia, però, a Cornaredo hanno messo insieme proprio un bel giocattolo. Hanno Celar, che è un attaccante di razza che si sta facendo un nome in Europa, gioielli come Aliseda, Hajrizi e Amoura, giusto per citarne qualcuno, e tanti altri giocatori di spessore: sì il progetto sta andando avanti molto bene».

C'è anche Bottani.
«Che domenica è tornato dopo un lungo infortunio. Lui è quello che può fare la differenza. Lo sappiamo tutti, con le sue qualità può spaccare le partite. Ovviamente non avrà i 90 minuti nelle gambe; penso in ogni caso che Croci-Torti non se ne priverà. Lo utilizzerà come arma tattica intorno al 60’, vedrete. Se ci sarà da dare la scossa, Mattia sarà chiamato in causa».

C'è tanta positività intorno a Lugano ma le big del calcio svizzero sembrano ancora lontane. Cosa manca perché i bianconeri possano fare un ulteriore salto di qualità?
«A parer mio, un centrocampista forte. Ci sono Sabbatini e Doumbia, certo; per crescere ulteriormente io però andrei a prendere un giocatore di spessore internazionale, un leader, un trascinatore, uno di quelli capaci di fare la differenza nei momenti delicati che ci sono in ogni partita. E non sto parlando di un top player inarrivabile, non sto parlando di Granit Xhaka».

Uno alla Steffen?
«Seppur il ruolo è diverso… sì, parlo di quel genere di “spessore”. Renato è un professionista a tutto tondo e nei momenti difficili, appunto, può segnare una partita. Credo che per questa semifinale possa essere il giocatore decisivo». 

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