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SERIE A«Non so come l'ho preso, credo che il Covid-19 sia stato sottovalutato»

22.03.20 - 10:07
Manolo Gabbiadini, attaccante della Samp, è nato in provincia di Bergamo: «Ora lì sentono solo le ambulanze»
Keystone/archivio
«Non so come l'ho preso, credo che il Covid-19 sia stato sottovalutato»
Manolo Gabbiadini, attaccante della Samp, è nato in provincia di Bergamo: «Ora lì sentono solo le ambulanze»
Il giocatore della Sampdoria è stato tra i primi calciatori di Serie A colpiti dal coronavirus: «Sono preoccupato per i miei parenti e per i bergamaschi»
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Tra i primissimi calciatori di Serie A colpiti dal coronavirus, Manolo Gabbiadini non ha accusato nulla di più di una leggera febbre e, se non si fosse sottoposto al tampone, non si sarebbe mai accorto di essere positivo. Una condizione con la quale devono purtroppo fare i conti diverse persone, "untori" a loro insaputa. L'attaccante della Samp, alla “Gazzetta dello Sport”, ha raccontato la sua esperienza e le sue paure.

«All'inizio avevo un po' di febbre, ma non ho pensato al virus - ha confessato il giocatore 28enne - La notte del 10 marzo ho dormito male, mi sono svegliato spesso e al mattino mi girava la testa. Ho misurato la febbre solo per scrupolo e avevo 37,5. A quel punto mia moglie mi ha consigliato di chiedere il tampone, anche perché a casa abbiamo due figli piccoli. Il dottore è venuto a farlo e ci siamo dati appuntamento al giorno dopo. Giovedì stavo benissimo, era passata la febbre».

A quel punto Gabbiadini sperava che tutto fosse già risolto, ed invece... «Invece il dottor Baldari della Samp mi ha detto che ero positivo. Non me l'aspettavo, la febbre era già passata. Da quel momento ho cominciato davvero a riflettere sul coronavirus. Se avessi aspettato un giorno in più, non avrei fatto il tampone perché stavo molto bene. In questo modo, andando magari a fare la spesa, avrei contagiato un anziano in maniera inconsapevole con possibili risvolti drammatici. Questo è un pensiero bruttissimo che mi tormenta. Ho capito che molte persone sono positive e nemmeno lo sanno: allora è chiaro che la battaglia la si vince solo restando a casa».

L'attaccante dei doriani - toccato in prima persona - soffre anche per i suoi concittadini. Gabbiadini è infatti nato a Calcinate, in provincia di Bergamo, una delle zone letteralmente travolte dal Covid-19: «Sono preoccupato per i miei e per i bergamaschi. Quando aprono le finestre sentono solo ambulanze. I miei genitori stanno bene, non si muovono di casa. Ma è una situazione pesante e pericolosa».

Infine una riflessione sui tempi "d'intervento". «Credo che il problema sia stato sottovalutato da tutti. Non mi piace entrare nel merito di decisioni altrui, ma col senno di poi credo proprio che avesse ragione Tommasi: con il campionato bisognava fermarsi prima, la salute è prioritaria».

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