Altro fango sulle due ruote: dopato anche Santambrogio

Il ciclista, nono al Giro, era compagno di Di Luca. Scinto: "Mi fidavo. Sono dei pazzi e io un c*** a credere in loro"
MILANO (Italia) - A poco più di una settimana dal termine dell'edizione 2013 del Giro d'Italia, nel quale ha trionfato Vincenzo Nibali, un nuovo caso di doping ha sconvolto il mondo del ciclismo. Dopo lo scandalo provocato da Danilo Di Luca, ora è Mauro Santambrogio, nono nella classifica finale e vincitore della tappa di Bardonecchia, sul Jafferau, a essere risultato positivo per Epo a un controllo effettuato dopo la prima tappa, il 4 maggio a Napoli. Compagno di squadra dello stesso Di Luca alla Vini Fantini-Selle Italia, per il 28enne corridore di Erba è scattata la sospensione dell'Uci in attesa delle eventuale controanalisi, a cui si ha diritto di richiedere.
Ciclismo infangato - Non sono tardate ad arrivare le reazioni alla notizia. La prima è stata quella di Luca Scinto, team manager della squadra, che ha commentato sul suo profilo Twitter: "Avete ragione, massacratemi pure, io mi fidavo sono dei pazzi e io un c*** a credere a loro, specialmente sono dei pazzi e malati". Dure anche le parole di Filippo Pozzato: "Queste cose fanno davvero male a chi come me (anche se molti pensano il contrario) amano davvero questo sport unico... Non ho parole, ma nemmeno servirebbe sprecarle. Fanc...!!! Tutto quello che facciamo, infangato per c.*** senza un briciolo di testa..." Questa invece la reazione di Renato Di Rocco, numero 1 della Federciclismo: "Vale quanto ho dichiarato per Di Luca. Evidentemente ci sono alcuni ciclisti che non hanno capito e sperano ancora di farla franca a spese di tutti gli altri. Risponderemo coi fatti per fare piazza pulita di questi residui del passato. Chiedo soltanto che il nostro sforzo sia sostenuto senza strumentalizzazioni e senza fare di tutta l'erba un fascio". (ITM/red)



