BPS, Rossi: "Ritorno alla semplicità per superare la crisi"

CHIASSO - Il trasloco è ultimato. Uno degli edifici storici più belli di Chiasso è pronto per accogliere i collaboratori della Banca Popolare di Sondrio Suisse (BPS), che da Corso San Gottardo 30 si trasferisce nella centralissima Piazza Indipendenza. Luminoso, elegante, accogliente, Palazzo Lovati ritrova il suo splendore. E a celebrare la nuova apertura questa sera erano presenti Enrico Zanini, responsabile della succursale chiassese, Roberto Rossi, Responsabile della Divisione Succursali, Retail e Commerciale della Svizzera e Brunello Perucchi, Presidente della Direzione generale. Tutti e tre nati e cresciuti nel Mendrisiotto, non hanno mancato di esprimere la loro soddisfazione per questo traguardo raggiunto. Nel distretto più meridionale del Ticino infatti, sono una sessantina i collaboratori di BPS. In Svizzera invece sono già venti le unità operative targate BPS che diventeranno 22 nel 2009, con l'apertura di una sede nel palazzo Mantegazza di Paradiso e una nella capitale Berna. Un importante datore di lavoro, in piena espansione, che conferma una solidità che crea occupazione e sviluppo in Ticino dal 1995, quando venne aperta la prima sede ticinese a Lugano. A rendere ancora più carica di significato l'inaugurazione del nuovo stabile BPS di Chiasso, ha preso parola anche il Sindaco Moreno Colombo, intervenuto proprio per ribadire l'impegno della Municipalità leonina (erano presenti anche gli onorevoli Stefano Camponovo e il vice-sindaco Roberta Pantani-Tettamanti) di riportare Chiasso al suo antico splendore e di seguire la via "diametralmente opposta a chi soffia continuamente sul pessimismo della crisi, ma che vuole portare stimoli propositivi di sviluppo, soprattutto anche per chi non crede nel futuro".
Roberto Rossi ha rivolto ai collaboratori della nuova sede un pensiero di speranza, coraggio e successo. Un successo quello della BPS ottenuto grazie alla scelta strategica di restare una banca "popolare di nome e di fatto", sempre attenta a non lasciarsi attirare troppo dalle sirene della finanza creativa del "creare il denaro con il denaro, e fedele al principio - come ha ribadito questa sera Brunello Perucchi "di una banca che continua a fare banca".
A Roberto Rossi, forse questa sera uno dei più emozionati nel ritrovarsi nella sua Chiasso che l'ha visto crescere e maturare professionalmente, abbiamo rivolto alcune domande sul futuro della BPS e, in generale sulla realtà del mondo economico finanziario ticinese.
Rossi, cominciamo con uno sguardo alla BPS. Avete annunciato anche per il 2009 nuove aperture, nonostante la crisi...
"Sì. Vogliamo trasmettere un messaggio di ottimismo, pure in questa difficile situazione di crisi finanziaria e di rallentamento congiunturale. Confermiamo quindi i nostri progetti di espansione territoriale e nello specifico annunciamo la futura apertura di un'agenzia a Lugano Paradiso nel prestigioso immobile Mantegazza e, sempre nel 2009, l'inaugurazione di una nuova succursale a Berna".
Un'espansione caratterizzata comunque da un profilo che oserei definire 'conservativo'del vostro istituto se confrontata con quello delle grandi banche. E' forse questo uno dei punti di forza che sta portando benefici alla vostra banca in questa situazione d'incertezza economico e finanziaria?
"Penso proprio di sì. Non deve temere di usare la parola "conservativa". Noi ci teniamo molto a questo aspetto: siamo una banca popolare di nome e di fatto e attenti all'evoluzione dei mercati. La nostra attenzione alla clientela e tutti i prodotti che creiamo e offriamo rispondono a una nostra qualità essenziale: la semplicità e la concretezza. E in questi 15 anni di attività in Ticino abbiamo notato con soddisfazione che esiste un mercato importante, proprio alla ricerca di questi principi".
In questi ultimi tempi però non si fa che parlare di finanza creativa e dei disastri borsistici che ha provocato. Come si posiziona la vostra banca rispetto a questo tipo di investimenti?
"Fortunatamente non abbiamo mai creduto in queste tipologie d'investimento. Non bisogna però nascondere il fatto che la pressione e la domanda della clientela verso questo tipo di prodotti era importante e di conseguenza non siamo rimasti totalmente immuni da questa evoluzione. Un'evoluzione che abbiamo subìto laddove il cliente ci costringeva e obbligava ad operare in questa direzione. In tutti i casi abbiamo mantenuto il timone fermo seguendo la nostra strategia, proprio perché crediamo nella semplicità".
Nonostante le difficoltà per il futuro, la BPS scommette su Chiasso e lo sviluppo della piazza finanziaria ticinese. Perché ne siete così sicuri?
"E' indubbio che stiamo attraversando un periodo molto difficile ed oggi avere delle certezze è praticamente impossibile. Ma fra i molti dubbi che ci sono, abbiamo la convinzione e quell'ottimismo che ci porta a pensare a una piazza finanziaria ticinese e svizzera capace di adeguarsi alle nuove esigenze della clientela. E se sarà capace di questo, avrà di certo la possibilità di svilupparsi ulteriormente. Sarà necessario non commettere l'errore di lasciarsi attrarre dai facili guadagni che non sono nel DNA del nostro essere ticinesi e svizzeri. Non ci appartengono. Purtroppo, come piazza finanziaria, siamo caduti in questo errore, e ne stiamo pagando le conseguenze, anche in Ticino. Ma se saremo bravi e riusciremo a trarne insegnamento dagli errori commessi, il futuro potrà essere ricco di soddisfazioni".
Futuro però che per la Svizzera si prospetta all'insegna della pressione di Stati Uniti e Unione Europea che spingono per un allentamento del segreto bancario...
"Di questo tipo di pressioni sono da anni che se ne parla. Sono piu che altro aspetti di natura politica piu che strategica e finanziaria. Dobbiamo essere molto bravi e attenti nel collaborare con le autorità politiche svizzere e degli altri Stati. Comunque è ancora troppo difficile fare delle previsioni in merito".
Questa crisi cosa ha insegnato alla BPS e a tutti noi?
"A noi ha insegnato che abbiamo fatto bene a fare quello che abbiamo fatto e continueremo a farlo con ancora maggiore convinzione. Non so cosa questa crisi possa aver insegnato agli altri. Il mio augurio è che si torni tutti con i piedi per terra. La regola è semplicissima: non si possono fare i soldi con i soldi. Il guadagno e il benessere li si ottengono con il lavoro e il sudore. Il mio auspicio è che si torni alla semplicità".
Parlando di lavoro e sudore, quali sono i rapporti con il ramo produttivo del nostro cantone. Vi è anche da noi il pericolo di una strettta creditizia?
"Io potrei rispondere di no, ma è indubbio che lo sviluppo congiunturale negativo previsto per l'anno prossimo potrebbe portare a una stretta creditizia nei confronti delle aziende. Sarà molto importante per noi essere molto piu attivi e attenti di prima. E dovremo senza dubbio confrontarci con le aziende. Quelle sane e propositive non hanno assoltamente nulla da temere, anzi, ci saranno grandi opportunità anche per loro. Per quelle invece in difficoltà nutro qualche timore. Comunque è tutto ancora da vedere".
Sempre gettando uno sguardo generale sulla nostra piazza ticinese, lei può confermarmi che più che a un problema di liquidità, anche le banche ticinesi stanno assistendo a una paura degli investitori a investire? Denotate anche voi questa tendenza?
"Assolutamente sì. Il grosso problema del mondo finanziario e che tutti noi stiamo attraversando, è la mancanza di fiducia. Nessuno si fida più di nessuno. Noi banche, pure; non ci fidiamo l'una nell'altra. Gli investitori sono disorientati: i capitali restano fermi, nonostante vi sia una liquidità importante, così come ci sono le potenzialità per investirla".
p.d'a.






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