Cerca e trova immobili

CREDIT SUISSE"Too big to fail" e Credit Suisse, quando gli esperti dicevano: «È tutto a posto»

27.03.23 - 15:05
Il portale Infosperber ha ripreso alcune affermazioni passate. E ha interpellato nuovamente chi si era espresso
KEYSTONE/MICHAEL BUHOLZER (MICHAEL BUHOLZER)
Fonte ats
"Too big to fail" e Credit Suisse, quando gli esperti dicevano: «È tutto a posto»
Il portale Infosperber ha ripreso alcune affermazioni passate. E ha interpellato nuovamente chi si era espresso

ZURIGO - Mentre nell'ambito del tracollo di Credit Suisse (CS) sale la critica verso i dirigenti della banca e nei confronti dei controllori della Finma, che ne è degli esperti? Se lo chiede il portale Infosperber, che è andato a riprendere le affermazioni passate di due importanti professori di economia, uno dei quali è stato a lungo responsabile della Direzione della politica economica presso la Segreteria di stato dell'economia (Seco).

Aymo Brunetti, professore di economia all'Università di Berna ed ex dirigente Seco:
«Per le grandi banche UBS e CS, il problema 'too big to fail' è stato fortemente limitato. Possono fallire senza trascinare nel baratro l'intera economia [...] Tecnicamente, per le grandi banche dovrebbe presto essere tutto a posto, in modo che non abbiano più bisogno di essere salvate» (1.9.2018, Tages-Anzeiger)

Tobias Straumann, professore di storia economica all'Università di Zurigo:
«Nel caso delle banche, si è riusciti abbastanza bene a trarre le conseguenze per il quadro economico, anche se si potrebbe tranquillamente inasprire i requisiti per le riserve». (9.10.2022, Tages-Anzeiger)

Di nuovo Aymo Brunetti:
«Ci troviamo in una situazione fondamentalmente diversa rispetto al 2008: le banche di importanza sistemica sono oggi molto più resistenti grazie alla regolamentazione legale. E c'è un piano di salvataggio per le parti di importanza sistemica in caso di fallimento [...] Quindi lo stato non deve intervenire di nuovo». (10.10.2022 St. Galler Tagblatt)

Ancora Straumann, due giorni prima del collasso di CS, dopo che la BNS ha parlato di aiuti di liquidità per 50 miliardi di franchi:
«Credit Suisse ha finora ricevuto solo aiuti di liquidità a breve termine - un prestito [...] Le regolamentazioni sono state ampliate, abbiamo certamente imparato la lezione [...] Non credo che ci saranno ulteriori regolamentazioni. A differenza di quanto accaduto all'indomani della crisi finanziaria del 2008, non esiste un problema sistemico. Grazie, tra l'altro, alle norme adottate allora». (18.3.2023, Neue Zürcher Zeitung)

I due professori sono stati interpellati da Infosperber riguardo alle loro dichiarazioni. Brunetti finora non ha risposto, mentre Straumann ha preso posizione nel modo seguente:
«Durante una corsa agli sportelli non si deve gettare olio sul fuoco, soprattutto se non si sa quanto gravi siano i deflussi. Le autorità svizzere ci hanno tenuto all'oscuro, con buone ragioni, per stabilizzare la situazione sino al fine settimana. A mio avviso ulteriori regolamentazioni non servono a nulla. Si dovrebbe finalmente dire alla gente con onestà che le crisi bancarie non si possono prevenire. Prima o poi avremo un problema anche con la nuova UBS. Non abbiamo bisogno di una nuova legge, ma di un piano concreto su come affrontare una futura crisi. Probabilmente UBS dovrà essere nazionalizzata e smembrata».

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
COMMENTI
 

Elisa_S 11 mesi fa su tio
Appunto. Ma anche adesso e tutto apposto...ma però questa volta sul serio.

Brasil63 1 anno fa su tio
Laurea alla Scuola Club Migros?

Voilà 1 anno fa su tio
Le previsioni del tempo sono molto più attendibili delle previsioni degli economisti.

leobm 1 anno fa su tio
Quando le affermazioni di certi esperti vengono retribuiti dalle stesse società che devono giudicare nel 99,999% dei casi sono affermazioni che servono a nulla. Poi questi professori di che cosa se nella loro vita non hanno mai dovuto portare a casa la pagnotta per gli altri salvo per loro stessi.
NOTIZIE PIÙ LETTE